Il modo per uscire da questa crisi c’è, secondo Valerio Malvezzi, e ormai è sotto gli occhi di tutti. Alle aziende non servono prestiti, ai cittadini non serve elemosina. Ciò che serve è la possibilità concreta di aiutare il proprio paese ed esiste un solo modo per farlo: togliere di mezzo tutti quegli impedimenti che ad oggi non permettono di risollevare la nostra economia.

“O si fa un giubileo del debito, o si scardina il sistema economico, o si esce da questa Unione Europea e si torna alla sovranità monetaria”. Queste le vie offerte dalla teoria elaborata dall’economista Valerio Malvezzi. Il perché lo spiega in questa intervista rilasciata a Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

“Se non rivoltiamo come un calzino gli accordi europei saremo massacrati!” ► Malvezzi

“Se ci fosse una Banca Centrale che rispetta le volontà dei parlamenti democraticamente eletti in una situazione come questa stamperebbe moneta e monetizzerebbe il debito. Ma il problema è che crollerebbe tutta l’impalcatura europea che invece è basata sul principio di una Banca Centrale indipendente dalla politica, perché così noi ci dobbiamo inginocchiare ai banchieri privati che ci danno il Mes o gli eurobond.

O si fa un giubileo del debito, o si scardina il sistema economico, o si esce da questa Unione Europea e si torna alla sovranità monetaria. Andare a chiedere i soldi in banca dal punto di vista tecnico è l’errore più grave che si possa fare perché l’anno prossimo avremo bilanci non bancabili, avremo il paese comprato dagli altri.

E allora si va in televisione a raccontare le putt**ate, a fare le dichiarazioni politiche del caso, poi se qualcuno muore, se qualcuno si impicca, se qualcuno avrà un fallimento o andrà in galera sono fatti loro.

Quello che mi preoccupa è il sistema Italia: se noi perdiamo tutte le industrie, tutte le piccole imprese, gli artigiani, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, mi dite il Pil dove va a finire?

I partiti politici devono decidere o di stare da una parte o di stare dall’altra, non possiamo stare ad aspettare un’Unione Europea che si deve riunire per decidere se dobbiamo respirare. Cosa vuoi decidere? In questo momento devi dare contributi a fondo perduto alle imprese o dei bonus fiscali. Se non lo puoi fare allora cambi i trattati oppure bisogna uscire. Se non rivoltiamo come un calzino gli accordi attuali non ne usciremo, saremo massacrati. Non mi sembra ci sia la volontà politica di ascoltare: voi volete continuare a essere schiavi? Peggio di così dove vogliamo andare? Noi dobbiamo uscire da un’Europa di banchieri e metterci a fare l’Europa degli agricoltori. Questo è quello che voglio io: l’Europa della mera di vacca nei campi, invece che l’Europa dei pezzi di mera sui mercati finanziari.

Io parlo di razzismo: non si possono trattare i commercialisti come schiavi, non si possono trattare gli imprenditori come schiavi. Ci sono in questo momento degli schiavi che devono avere a che fare con questi pazzi burocrati che scrivono robe incomprensibili e peraltro si contraddicono. Vi faccio una previsione: finirà come il Muro di Berlino. In una notte crollerà il muro di Bruxelles e tutti a quel punto verranno a dire che sono sempre stati a favore dell’Italia e non ci sarà stato nessun europeista”.


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