La Serie A è ancora ferma al palo. Il dibattito sull’eventuale ripartenza del campionato si accende con opinioni contrastanti. Il protocollo messo a punto per il pieno rispetto della salute di atleti e staff sta già incontrando diversi ostacoli che mettono in pericolo la sua realizzazione.

Le nostre ‘Teste di Calcio’, nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’ hanno espresso le proprie impressioni sull’annoso tema. Ospite della puntata l’Avvocato Roberto Afeltra che ha esposto la propria idea per la prosecuzione.

Paolo Cericola

“Il Ministro ieri in conference call con il Presidente della Federazione Gravina e i medici sportivi ha capito che più di una componente non è convinta sia della attuabilità del protocollo, sia su alcuni paletti all’interno dello stesso. I calciatori non ci pensano minimamente a stare altri due mesi chiusi dentro blindati, lontani dalle famiglie. Le società, non tutte, hanno chiesto con una lettera alla Federazione di dare un parere su un quesito molto importante… se durante questo lasso di tempo nei quali i giocatori prestano la loro opera, sapendo che c’è una pandemia in corso, si incappa in un nuovo positivo chi si assume l’onore e quindi la responsabilità penale da questo punto di vista? Il secondo punto interrogativo riguarda i medici… Gli stessi medici sportivi pensano che questo protocollo, non dico sia impossibile, ma è grandemente problematico da mettere in pratica”.

Avv. Roberto Afeltra

“Il problema del penale esisterebbe molto a latere. C’è un problema che le società, che sono obbligate da parte della Federazione a riprendere l’attività, hanno sollevato e che riguarda la responsabilità diretta. Se un giocatore viene contagiato o se si deve per qualunque motivo interrompere questa attività – che porta ad avere non incassi e spese – i costi chi li paga? Vengono coperti dalla Federazione. Davanti a questo punto giustamente il Presidente Gravina ha detto di fermarsi. Domani ci sarà anche una commissione nuova per verificare con un parere tecnico-giuridico da parte della Federazione l’importanza e la fondatezza di questa indicazione. Oggi molti dicono che prima di settembre non si posa ricominciare e sei società di Serie A sono dubbie. Abbiamo la certezza che la Serie B e la C non sono in grado di mettere in piedi le 47 pagine del protocollo. Cercare di finire questa stagione entro settembre, ottobre o novembre per iniziarne un’altra è un errore gravissimo di cui tutti quanti ne sconteranno le conseguenze. Si deve concludere l’anno 2019-2020 nei tempi necessari ed eventualmente annullare l’anno 2020-2021. Questo è già avvenuto in passato in altre stagioni sportive. Mentre per la 2019/2020 abbiamo dei diritti acquisiti dopo ventisei giornate e bisogna concluderli in modo fisiologico, la stagione 2020/2021 non è iniziata e se si annulla nessuno può chiedere ad alcun tribunale alcun tipo di risarcimento”.

Tony Damascelli

“Tutti i giorni facciamo queste discussioni giuste. Il protocollo, così come è stato scritto ed elaborato, mi sembra il primo ostacolo alla ripresa del campionato. Sembra una cosa fatta apposta per incasinare una situazione che potrebbe essere affrontata diversamente. Mi hanno detto che ci vogliono due mesi per attuare queste indicazioni. Hanno complicato una situazione che poteva essere affrontata in tempi e in modi più veloci. Sappiamo però com’è la burocrazia in questo paese”.

Furio Focolari

“Io credo che ci siano le condizioni per ripartire. Non esageriamo sempre e solo contro il calcio… Non mistifichiamo quello che dicono gli altri. La volontà dei calciatori e delle calciatrici, come scritto da Tommasi, è e sarà sempre quella di tornare al più presto in campo chiaramente con le più ampie garanzie. La volontà di tutti gli atleti e le atlete, dice Tommasi, è di tornare a svolgere il proprio lavoro così come tante altre categorie professionali senza apparire privilegiate né di usufruire di corsie privilegiate”.


ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: