C’è il via libera per la sperimentazione dell’Avigan, farmaco giapponese divenuto famoso in poche ore e subito alla ribalta della cronaca per la sua fama di cura efficace contro il coronavirus.
Un farmaco “virale”, anche in rete in un’accoppiata ossimorica con il web che poco però ha a che vedere con l’efficacia reale.

Lo fa sapere la stessa azienda che lo sta testando, chiedono calma al momento, cosa che hanno fatto tutte le altre aziende, anche italiane, che stanno testando farmaci anti-Covid19.

Normale la caccia al farmaco e la conseguente speranza che viene alimentata dalla fuga di notizie, ma non vanno alimentate false speranze: lo dice il Viceministro della salute Pierpaolo Sileri, che a ‘Lavori in Corso’ ha voluto fare chiarezza sull’Avigan, su tutti i trenta farmaci in sperimentazione e sulla necessità dei tamponi, non universale come si crede.

“Sull’Avigan cattivissime informazioni, stiamo testando farmaci più efficaci anche in Italia” ► Pierpaolo Sileri

Come sto? In questo momento sto bene, i sintomi peggiori sono durati 5 giorni con tosse e febbre alta.

Avigan? Per me questo farmaco è divenuto famoso con un video discutibile, peraltro non c’è solo quel farmaco che è stato testato in Cina e che è stato testato contro i pazienti affetti da coronavirus, ve ne sono almeno una trentina e molti erano stati già testati in diversi protocolli al livello nazionale.

Fare un video dicendo “vi stanno nascondendo qualcosa” è davvero cattivissima informazione ed è un modo sbagliato di presentare un farmaco, dà una falsa aspettativa perché se tu dici che c’è un farmaco che dà il 91% di guarigioni non c’è nessun lavoro scientifico che lo prova. Molti farmaci anche più efficaci sono già stati testati in Italia.

Il rischio di contagio dentro gli ospedali si può ridurre con le accortezze che i nostri operatori sanitari stanno prendendo, anche isolando l’area in cui si trattano questi pazienti, quindi strutture ad hoc per pazienti con il Covid. E’ importantissimo che ci siano dei percorsi dedicati di isolamento. A differenza del nord il centro-sud ha potuto prepararsi con dei Covid Hospital ed è stata una fortuna.

Più tamponi? Facciamo chiarezza, non è che se tu fai i tamponi a 60 milioni di italiani il giorno dopo siamo tutti guariti. Il tampone ha un’utilità specifica, ma quella di fare una diagnosi a chi ha dei sintomi (anche pochi) e ai contatti di queste persone che risultano positive, anche se non hanno sintomi.
Alle categorie a rischio, che devono muoversi per necessità va fatto, così come ai malati e a chi sta a contatto col pubblico, incluse ad esempio le cassiere dei supermercati
“.


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