Alla voce contagiati segue il numero: 24747, di cui 2335 guariti e 1809 morti.
E’ un bollettino di guerra quello riportato alla fine dello scorso weekend sull’emergenza coronavirus che gli italiani – o quasi tutti – cercano di limitare grazie alle misure di quarantena disposte da ormai una settimana.

Il nuovo decreto “Cura-Italia” di cui i ministri dovevamo discutere nel weekend non è stato discusso neppure in mattinata, ma dei risvolti si dovrebbero avere in questa giornata vista la situazione in cui secondo Marco Antonellis, direttore di ‘Palazzi e Potere’, non c’è da perdere un minuto.

Il tutto accade nel silenzio assordante dell’Europa e in un’incongruenza con la realtà delle parole di Ursula Von der Leyen , che ha promesso aiuti all’Italia al momento non pervenuti, fatta eccezione per le mascherine e altri accessori medici che il nostro Stato ha acquistato dalle altre nazioni europee.
Ecco il commento di Marco Antonellis a ‘Un giorno speciale’.

“Lagarde attenta quando vuole: con Germania e Francia nella stessa situazione non avrebbe detto quelle cose ” ► Marco Antonellis

Ci si aspettava tutt’altra prontezza di risposta dal Governo italiano, a volte sembra quasi che a Roma non si abbia percezione di ciò che sta realmente accadendo rispetto al nord Italia. Questo dispiace perché non c’è un secondo da perdere e il fatto che passino tre giorni fondamentali come questi, con i numeri che abbiamo ascoltato è ancora più grave.

Non parliamo del piccolo comune sull’Appennino che può ritardare perché non ha mezzi, questi sono uomini del Governo italiano, hanno uomini, hanno borse, hanno sottopancia, hanno mezzi. Un Governo che ritarda un decreto così fondamentale per la cittadinanza vuol dire che è un Governo poco credibile, diviso e poco autorevole.

Al contrario di quanto dicono i giornali filogovernativi a me questa non sembra una classe politica particolarmente migliorata da quando è esploso il coronavirus, vedo che un po’ tutti difendono il loro giardinetto, incluso il Premier che stamattina fa le sue due pagine di intervista al Corriere della Sera e, tra parentesi, dove l’ha trovato il tempo visto che deve preparare un Decreto Legge?

Forse sarebbe stato meglio vedere il Premier Conte a Milano, vederlo andare a nord a dare risposte concrete e non a fare interviste.
Questa classe dirigente non è all’altezza. Né in Italia né all’estero.

Noi una volta avevamo i De Gasperi, in Inghilterra avevano Winston Churchill, mentre ora hanno personaggi in cerca d’autore alla Boris Johnson.
Una classe dirigente con delle idee chiare riuscirebbe a farci uscire dall’emergenza, ma se non sono all’altezza diventa un problema, perché ne esci dopo e ne esci con più danni.

Abbiamo visto una Lagarde molto attenta alle esigenze della Germania e molto meno attenta ai bisogni dell’Italia: l’Europa se continua così ne esce con le ossa rotte e non è detto che un rimescolamento delle carte non sia un bene, perché tanto noi in quest’Europa ci stavamo da vassalli, da comprimari.
Per l’Europa potrebbe essere un momento decisivo: il coronavirus potrebbe essere la tomba dell’Europa, o meglio, di questa Europa.

Sono convinto che se al posto dell’Italia in questa situazione ci fossero state la Francia o la Germania la Lagarde quelle cose non le avrebbe dette“.


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