Un duro attacco quello dell’Economista Valerio Malvezzi nei confronti dei governi che si sono susseguiti nell’ultimo ventennio sul territorio italiano. Indipendentemente dal colore e dalla parte politica, è alle scelte di ciascuno di quei governi che secondo lui si deve la grave situazione di crisi in cui ci troviamo ora. Da anni, spiega il Professore, ci convincono che la strada più giusta sia quella di tagliare la spesa pubblica, quella di indebitarsi con un sistema di banche private, quella che ci fa credere che non possiamo avere una Banca Centrale. Ebbene, oggi il potere di risollevarci da questa crisi che coinvolge la salute dei cittadini e l’economia di tutto il paese lo avrebbe proprio una Banca Centrale, questo, spiega ancora l’economista, se non avessimo deciso di mettere tutto nelle mani dell’Unione Europea.

A ‘Un giorno speciale’ Valerio Malvezzi ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato a questa “incapacità” di gestire l’emergenza coronavirus. Ecco cosa ha detto in diretta a Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

Il danno economico e i provvedimenti del MEF

“A quanto ammontano i danni? Ho parlato con commercialisti della mia rete: Campania, Puglia, Piemonte, Firenze, Toscana… Avevo fatto una previsione di 35 miliardi. Oggi potrei dire almeno il doppio, ma la verità è che nessuno in questo momento è in grado di sapere il danno per una sola ragione: che si sta sbagliando tutto.

Ieri è uscita una dichiarazione del MEF che ha parlato di mantenere il controllo della spesa pubblica. Ma siete matti? In una situazione come questa rompete ancora con il controllo della spesa pubblica? Qui bisogna inondare l’economia e la sanità di risorse pubbliche. Credito di imposta? Ma siete rincitrulliti? Ma cosa pensate di fare? Non potrà essere utilizzato! Sono delle prese in giro, qui bisogna tagliare l’Iva su interi settori”.

Emergenza, il punto di vista dell’Europa

“E’ uscita un’interivista di Achim Truger, il consulente della Merkel, pubblicata sul Sole 24 Ore. Lui dice:

  1. L’Eurozona non ha gli stumenti per reagire allo shock.
  2. L’entrata nell’Euro è stata un problema.
  3. La BCE non può intervenire.
  4. L’Italia è quella che più ci ha rimesso nell’entrata nell’Euro.
  5. Se crolla la moneta unica ci perde la Germania.

Esattamente le stesse cose che dico io. Quindi sanno benissimo come stanno le cose, ma qual è la soluzione che loro propongono? Il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità. Pensate che lunedì 16 marzo come se nulla fosse il Consiglio Europeo avvia l’iter di ratifica del MES che ha un unico obbiettivo: quello di salvare le banche speculative degli altri paesi. I soldi chi li metterà? Gli stati e i cittadini italiani.

Forse non si è capito che in questo momento non stanno festeggiando solo gli speculatori, ma anche i burocrati di Bruxelles“.

Dal crollo del muro di Berlino ad oggi

“1989, muro di Berlino: un sistema che aveva torrette, mitragliatrici, cannoni, filo spinato e cani da guardia era durato dal 1962 al 1989, cioè circa 28 anni. Improvvisamente in una notte tutto quel castello di terrore crolla, semplicemente perché le persone si alzano in piedi. Io allora voglio fare questo ragionamento. Noi è dal 1992 che abbiamo deciso di entrare nell’Euro, guarda caso in quell’anno fu distrutta con Tangentopoli un’intera classe politica italiana e fu colpito come emblema un signore che aveva osato bloccare a Sigonella i Marines circondandoli con i carabinieri italiani, Bettino Craxi. Dal 1992 al 2020 sono di nuovo 28 anni, 28 anni nei quali ci hanno spiegato che bisogna tagliare la spesa pubblica, 28 anni nei quali ci hanno spiegato che bisogna indebitarsi con un sistema di banche private, 28 anni nei quali ci hanno spiegato che non possiamo avere una Banca Centrale, cioè un prestatore di ultima istanza che in una situazione come questa avrebbe inondato l’economia di soldi per aiutare i medici, gli infermieri e i malati negli ospedali. Dopo 28 anni basterebbe solo che le persone capissero cosa è successo: si è deciso di far straguadagnare delle banche speculative private, come è successo in Grecia qualche anno fa.

Io spero che ci sia ancora qualcuno che abbia l’orgoglio italiano per dire ‘io non posso più accettare di ascoltare persone che dicono che in questo momento ci vuole più Europa’. Più Europa nel momento in cui, in questo momento esatto in cui io sto parlando, c’è un Parlamento Europeo deserto, i parlamentari non stanno ascoltando e se ne fregano del problema del coronavirus italiano. Questa è l’Unione Europea che sta aiutando l’Italia“.

Il dopo-emergenza

“Non è possibile tenere sotto scacco per decenni milioni e milioni di persone. Cosa manca? La consapevolezza. Quando sarà finita l’emergenza sanitaria le televisioni cominceranno a dire grazie all’Europa, ci daranno le caramelline, ci faranno stare bravi, ci racconteranno le cose come se nulla fosse successo. C’è stato qualche morto? Chi se ne frega! Questo è lo scenario di cui ho paura. In questa dittatura finanziaria chi governa sono gli speculatori finanziari, è questo il problema. Io mi auguro che ci sia una sollevazione di popolo che si alzi in piedi e dica non ne possiamo più. Ma penso che è probabile che vinceranno loro e la gente continuerà a guardare il TG1 e a credere alle cose che vengono raccontate sulle versioni ufficiali“.


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