Sanremo, polemiche e pagelle di fine serata. Le considerazioni a margine di un evento così atteso – e così seguito – della televisione italiana fanno parte dell’uso e della tradizione degli spettatori.

Duro il giudizio dei giorni scorsi del filosofo e saggista Diego Fusaro. Un giudizio che ha tirato fuori ulteriori dubbi: musica, arte e poesia del passato, sono inarrivabili? E’ davvero impossibile oggi riuscire a comporre una melodia eterna? O una poesia che verrà studiata tra i banchi di scuola?

Non si può dire in modo assoluto, ma al presente, secondo il filosofo e saggista Diego Fusaro, non è un caso se si sia passati da Caravaggio alla Merda d’Artista. Né è un caso se Mozart viene suonato ancora oggi e invece di alcune meteore di soli due o tre anni fa ricordiamo a malapena i nomi.

Si rischia di cadere nel tranello generazionale della lode del passato a discapito del presente? No, secondo Diego Fusaro il rischio è esattamente l’opposto.

Ecco cosa ha detto in diretta a ‘Un giorno speciale’ con Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

“Bisogna fare attenzione a non precipitare in quello che il filosofo Jean-Claude Michéa ha chiamato ‘Il complesso di Orfeo’: il complesso di chi ha paura a voltarsi indietro perché pensa che tutto sia necessariamente sempre e solo meglio in avanti, nel futuro e nel non ancora.

E’ del tutto evidente che se in passato c’è Caravaggio e oggi c’è la Merda d’Artista, se nel passato c’è Mozart e oggi ci sono questi musici che producono rumori scomposti, bisogna avere l’onestà e il coraggio di mostrare la superiore saggezza del passato. Che male c’è a dire che Platone è meglio di Rula Jebreal?

Non è un elogio del passato sclerotizzato, significa vedere ciò che di buono vi è nel passato per prenderne spunto e agire in nome di un futuro migliore.

E’ questo il problema fondamentale: di un’arte che ha perso il proprio rapporto con l’eterno ed è decaduta a semplice fotografia vendibile del tempo presente volta ad assecondare i gusti orrendi di un’epoca che essendo brutta nei rapporti sociali e nelle sue oggettivazioni, è anche brutta nelle sue produzioni spirituali”.


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