La storia che ha raccontato Sigfrido Ranucci ai microfoni di Radio Radio ha dell’incredibile. Il coronavirus ufficialmente è stato segnalato per la prima volta all’ONU dalla Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan il 31 dicembre, ma a Pechino l’allarme potrebbe essere partito addirittura mesi prima.

Lo ha spiegato questa mattina il giornalista e conduttore di Report a ‘Un giorno speciale’.

Ecco com’è andata, nell’intervista di Francesco Vergovich.

“Io sospetto che il coronavirus fosse in giro già da un po’ di tempo. Un amico è andato in Cina tre, quattro mesi fa e aveva qualche linea di febbre. E’ stato fermato a Pechino ed è stato tenuto fermo in osservazione. Una pratica un po’ anomala! Ci veniva da chiederci se a Pechino fossero già informati che c’era qualcosa che non andava.

L’altra cosa abbastanza inquietante è la sottovalutazione da parte della politica, ma di tutte le strutture dedicate italiane, a quello che secondo me è un problema gravissimo: le morti dovute ai batteri resistenti agli antibiotici. 10.000 morti ogni anno in Italia”.


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