Elezioni in Emilia: l’analisi di Diego Fusaro

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro

Ha trionfato, non senza merito, Stefano Bonaccini.
Non senza merito il candidato del PD ha vinto le elezioni in Emilia, perché ha dimostrato un radicamento al territorio notevole, distaccandosi dal partito nazionale e difendendo gli interessi degli emiliani.
Potremmo chiamarlo una sorta di “populismo di sinistra”.

La Lega al contrario si è continuamente posta il problema di condurre una politica nazionale in una campagna regionale. Certo, Salvini e la Borgonzoni hanno ottenuto risultati di tutto rispetto, ma non hanno trionfato.

Questo anche per delle “strambate” che hanno spiazzato gli elettori per certi aspetti: il mancato accento sull’avversità all’Unione Europea, l’appoggio all’imperialismo a stelle e strisce in Iran, oltre a una certa carenza di contenuti.

E’ proprio questa carenza l’arma principale che le sardine hanno usato e rivolto contro la Lega. Quest’ultima ha puntato sulla paura, paura del diverso, paura del migrante, paura di una situazione vista come emergenziale.
Le sardine hanno rovesciato tutto ciò su Salvini, utilizzando la paura proprio nei confronti del segretario leghista, o di un possibile ritorno dell’autoritarismo in politica.

Grandi consensi sono inevitabilmente passati tramite le sardine a Bonaccini, la paura ha funzionato anche se rivelatrice di un vuoto di contenuti politici.
Verranno ora sguinzagliate abitualmente dal potere per delegittimare qualsiasi dissenso rispetto all’ordine capitalistico.

Non si trascuri infine il vero sconfitto di queste elezioni, quel MoVimento che esce con le ossa rotte e che è giunto all’ultima chiamata: staccarsi dalle sinistre fucsia o evaporare senza lasciare traccia.


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