10) Siniša Mihajlović
A muso duro, come è proprio del suo modo di affrontare le sfide della vita, anche di fronte alla malattia. Quando si è palesato il passaggio esistenziale più duro di tutti gli altri, è riuscito anche anche a incarnare la speranza da trasmettere a tanti altri individui, ammalati anche loro ma che non hanno a disposizione i mass media.

9) Jürgen Klopp
Col sorriso, salendo sul tetto del mondo con i Reds e rinnovando il contratto in diretta su internet. Negli anni a venire, del suo Liverpool perfetto nei meccanismi di gioco e prestigiosissimo per i nomi che lo compongono, ci verrà in mente la sua faccia scanzonata, più dei nomi di Firmino, Mané, Salah…

8) Giampiero Gasperini
L’orologiaio. Ha incastonato nell’Atalanta il meccanismo svizzero del suo gioco, pur variando più di un “ingranaggio”, senza poter disporre di un laboratorio a Ginevra. 

7) Romelu Lukaku
Si conoscevano già le sue doti, tecniche e atletiche. Negli ultimi mesi ha preso a spallate i dubbi e le riserve che sul suo nome qualcuno aveva sollevato, anche in ragione del confronto con Icardi. Oltre ai gol, ha portato in dote un indiscusso carisma da leader sorridente, che vale doppio.

6) Carlo Ancelotti
Perché rinasce, a ogni latitudine da lui conosciuta, paciosa fenice che nulla deve più dimostrare, oltre gli sbalzi d’umore e il cortocircuito gestionale di chi è destinato a rimpiangerlo.

5) Maurizio Sarri
C’entra poco la sconfitta in Supercoppa, per l’attribuzione di un voto così interlocutorio. C’entrano un po’ di più i tanti gol presi, ma c’entra soprattutto il disagio che in sede comunicativa palesa nello spiegarci una Juventus ancora non sua.

4) Milan
Adesso torna Ibra, qualche comprensibile entusiasmo lo smuoverà e gol in dote ne porterà, in un campionato come il nostro; però, che squadra era stata nel frattempo costruita per uno spaesato Giampaolo, la cui media è comunque quasi peggiorata con Pioli?

3) Fiorentina
Se consideriamo tutto l’anno solare, in gran parte affidato alla conduzione tecnica di Montella, che inevitabilmente è risultato il capro espiatorio, con tanto di retrocessione sfiorata, il voto è severissimo ma non lontano dalla realtà.

2) Tutti quelli che…
Anche nel 2019 hanno continuato a dire “proseguio” e “guardialinee”: tranquilli, li ritroveremo anche nel 2020.

1) Il razzismo sugli spalti
Vomitevole, con la sua coda di astruso giustificazionismo che una certa corrente d’opinione pretenderebbe di far passare per spiegare che si tratta solo di una questione da stadio. 

Paolo Marcacci