Il caos Ilva è al centro della scena politica italiana. Mittal, la cordata al comando dell’acciaieria, ha annunciato che è pronto ad abbandonare la nave con dure conseguenze per i lavoratori dell’azienda. Al vertice a Palazzo Chigi, alla presenza del premier Conte, del ministro Patuanelli e del patron dell’azienda Lakshmi Mittal, la multinazionale avrebbe chiesto la garanzia dell’immunità penale e di ridiscutere il piano industriale.

Abbiamo parlato della situazione con Carlo Calenda, ecco l’intervista completa di Luigia Luciani e Stefano Molinari durante la puntata di ‘Lavori in Corso’.

“La cordata dell’ILVA non l’ho portata io ma c’è stata una gara europea che li ha visti vincenti. Da contratto sono obbligati a investire 4 miliardi e 200 milioni di euro. Il settore dell’acciaio però è andato in difficoltà e il Parlamento ha deciso di abolire una clausola che ora consente di sfilarsi. Quindi mentre fino a ieri erano obbligati a investire e a pagare, indipendentemente dall’andamento del mercato, da quando Italia Viva, PD e 5 Stelle hanno levato lo scudo penale – dopo averlo messo – gli hanno dato la possibilità di tenerli per i cosiddetti. Una mossa brillante…

Sono stato accusato da una giornalista – la Costamagna – ma io ho fatto un lavoro per salvare 20.000 posti di lavoro, i grillini – che lei sostiene – hanno fatto un lavoro con cui li hanno messi per strada e hanno lasciato un’acciaieria che non va bene a Taranto.

Così, senza scudo penale, non ci sono speranze che l’Ilva vada avanti. Si sono calati le braghe mettendosi nelle mani dell’investitore, una follia. Loro a giugno lo avevano detto che senza scudo penale chiudevano. Lo hanno levato, vi sembra normale? Lo scudo penale lo hanno levato per Barbara Lezzi che vuole candidarsi a fare il Governatore della Regione Puglia. Il suo elettorato l’ha eletta per chiudere l’Ilva, poi Di Maio ha detto di no e ha confermato l’accordo e lo scudo penale. Però hanno preso una sonora scoppola alle varie elezioni e quindi hanno cambiato idea. Sono cose che succedono in un Paese del quarto mondo. Abbiamo dato la possibilità a Mittal di avere le carte per metterci sotto i piedi per Barbara Lezzi al governo della Puglia

Il problema di questo Paese è che su qualsiasi argomento si lavora solo di propaganda, nessuno si legge una carta. Non solo i 5 Stelle, pensate a Renzi e il PD che hanno votato per l’abolizione dello scudo che hanno messo loro e poi Renzi che dice che porta lui una nuova cordata… l’ora del dilettante allo sbaraglio. Renzi è incoerente, dice tutto e fa il contrario di tutto quello che dice. Gli italiani devono piantarla di cazzeggiare, queste sono cose serie che vanno gestite in modo serio.

Roma? Penso che vada commissariata. Ci manca solo un’altra campagna elettorale in mezzo ai rifiuti e agli autobus fermi. Credo che sia disdicevole pensare di dare poteri e soldi alla Raggi. Dobbiamo invece dare poteri straordinari a un commissario, sostenuto da tutte le forze politiche, che per almeno il prossimo anno e mezzo cominci a mettere a posto le cose.

Dico la verità: Virginia Raggi è la persona più impreparata che abbia mai incontrato. E in politica qualcuno di preparato si incontra pure. Io mi rifiuto di dare i soldi a lei. Intendiamoci: nessuno può accusare la Raggi di essere all’origine dei mali di Roma. Quello che le si può dire è che li ha peggiorati. E’ un dato lampante. Ma io, signori, ho avuto a che fare con lei sul tavolo Roma: non si ricordava come era costruito il bilancio. Quel tavolo non volevo neppure farlo, me lo chiesero i sindacati perché la situazione era drammatica.

Quando riunii tutte le grandi aziende romane per sapere cosa volessero fare, non andai a un Consiglio dei Ministri proprio per questo incontro. E la Raggi non si presentò dicendo che era un incontro tecnico e mandò un assessore, perché lei era troppo importante per essere presente. Questa cosa per cui la politica pensa di non dover essere gestione e gestione è una follia, perché la politica, se non gestisce, non serve a nulla. Puoi avere le migliori idee e le migliori visioni, ma poi non combini assolutamente niente se non sai gestire. Il caso Ilva è figlio di questa roba qua, perché nessuno si legge un piffero. Nessuno si guarda una carta.

Io il 22 novembre lancio un movimento politico che ha l’obiettivo di tirar fuori un’Italia seria, quella che lavora, studia, produce, fatica, non ne può più di questo spettacolo indecoroso e che ha come priorità sicurezza, scuola e sanità, sui cui peraltro questa manovra non investe un euro. Vogliamo mettere insieme gente che ha affrontato e gestito i problemi, non gente che chiacchiera e basta. E proveremo a vedere se il Paese si rimette in cammino. Se non si rimette in cammino, amen. Ci avrò almeno provato e sarò a posto con la mia coscienza”.


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