Siamo davvero giunti al tempo del “Ministero della Verità” di cui scriveva George Orwell in “1984”. Gli attacchi antisemiti che si sono scatenati contro Liliana Segre sono indubbiamente disgustosi, ma quanto a disgusto sono pari solo alla strumentalizzazione che di Liliana Segre è stata fatta e continua a essere fatta ad opera dei padroni del discorso.

La rispettabilissima figura di Liliana Segre e la sua vicenda esistenziale tragica è impiegata con una finalità squisitamente ideologica: porre fuori legge come istigazione all’odio ogni forma di dissenso rispetto al totalitarismo liberale.

Ma davvero v’è qualcuno che è così stolto da non riuscire a capire che la vicenda Segre, alla quale va tutta la nostra umana solidarietà, è una vile strumentalizzazione da parte del totalitarismo arcobalenico per criminalizzare il dissenso e la lotta contro l’ordine esistente?

Davvero v’è qualcuno che è così stolto da non comprendere che in astratto si vuole punire l’odio razziale (già giustamente punito a norma di legge) e in concreto si mira a delegittimare il dissenso in ogni sua figura, ostracizzando la lotta di classe che si basa sul sacrosanto odio del popolo verso i padroni?

La storia si ripete, ma come farsa. La censura nazista nera torna oggi a manifestarsi con mutato sembiante: una censura che in nome della lotta all nazismo ne continua la folle logica di persecuzione delle idee non allineate con l’ordine esistente.

RadioAttività, la pillola del giorno con Diego Fusaro


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