È pieno agosto. Tempo di vacanze, spiagge, sole e mare. Passi le tue giornate tra cocktail, selfie e Papeete. Nel frattempo, sei il vicepremier più potente che si ricordi, il tuo partito vola nei sondaggi e il Governo è praticamente nelle tue mani. Difficile immaginare una situazione migliore.

Eppure, a pochi giorni dal pranzo di ferragosto, rovini tutto. Scateni un terremoto che distrugge il castello costruito nell’ultimo anno e mezzo. Rimetti in gioco i tuoi avversari e gli ex alleati ti trattano come il peggiore dei Giuda Iscariota. Volano schiaffi, pugni e calci da destra e sinistra.

La domanda sorge spontanea. Perché questa scelta? Perché Salvini ha deciso di esporsi a una possibile catastrofe?

La risposta più inflazionata è che il Ministro fosse convinto di poter avere di più. Di poter arrivare al comando sbarazzandosi dei suoi pseudo-amici grillini. In effetti, come dargli torto. Senza di lui la più scontata delle soluzioni erano le elezioni anticipate e, con la Lega nell’iperuranio dei sondaggi, la vittoria era assicurata.

Una mossa che sembrava vincente. Senza alcun dubbio. Uno scacco matto da manuale di politologia. 

Ma la contromossa dell’avversario è stata una sorpresa imprevedibile. Il M5S che porge la mano al PD. Nemmeno nei più intricati intrecci del Trono di Spade si sarebbe potuta immaginare una simile evoluzione della vicenda.

E allora, a quanto pare, dalla posizione di sicuro vantaggio, l’ex Ministro si è improvvisamente ritrovato fuori dai giochi di potere.

Una mossa sbagliata, un errore da dilettante, com’è stato definito dai più Salvini.

Ma – forse – non dovremmo essere così affrettati nel giudizio. Perché alla fine, il Matteo con la camicia verde potrebbe comunque uscire vincitore dai vari possibili scenari. Non si tratta di una valutazione circa la bontà o meno delle idee politiche, bensì delle scelte nei giochi di potere. 

Prima ipotesi. Si va ad elezioni subito, la prima chiara e iniziale intenzione di Salvini. Con il consenso a livelli altissimi, e con il centrodestra accanto, potrebbe raggiungere facilmente una trionfante vittoria.

Seconda ipotesi. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle danno vita a un nuovo Governo. Praticamente Batman e Joker che si alleano, Ligabue e Vasco Rossi che cantano insieme, Travaglio e Berlusconi che si dichiarano amore eterno. Ma con quali conseguenze? Come vedrebbero i sostenitori di PD e M5S questa alleanza? È vero, l’elettore medio del PD è ormai abituato a farsi andar bene tutto – dopo un’alleanza con Silvio B. non ci si stupisce più di nulla – ma l’elettore pentastellato come reagirebbe? Davvero potrebbe accettare di passare dalla Lega di Salvini al PD di Zingaretti come il più ardito democristiano? La ragion d’essere dei 5 Stelle era quella del “tutti a casa”, del partito anti-casta, della lotta agli inciuci di potere. Un movimento che mai e poi mai sarebbe sceso a compromessi con altre forze politiche. Di fronte ad un simile scenario, dunque, è facile ipotizzare che il Movimento perderebbe una valanga di voti e che il PD confermerebbe di non valere un voto in più di quelli ottenuti nelle ultime urne. Risultato? PD e M5S in caduta libera e Salvini pronto al trionfo. Di nuovo.

Ultima ipotesi. Un Governo tecnico; un Monti bis, magari con Mario Draghi al potere. Facile immaginare la voce di protesta che si leverebbe dal popolo, ancora una volta usurpato della sua facoltà di scegliere l’indirizzo politico del proprio Paese. Salvini occuperebbe tv e social network rivendicando, per gli italiani, il loro diritto al voto di fronte a un usurpatore del potere scelto da nessuno. Risultato? Se possibile, Salvini toccherebbe picchi di consenso ancora più alti.

La partita a scacchi è ancora lunga, o forse no. Scacco matto? 


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