La crisi di governo si fa sempre più vicina ma, a pochi giorni dalle comunicazioni del premier in Senato (l’Aula si riunirà il prossimo martedì 20 agosto), i toni del confronto non sembrano spegnersi tra i protagonisti dello scenario politico attuale.

In questi mesi di governo, passati a lavorare gomito a gomito, insieme al vicepremier Luigi Di Maio per attuare e portare avanti le riforme, di stracci ne sono volati, e non solo tra le due metà del cielo gialloverde. Ad attaccare ieri infatti il ministro dell’Interno sulla questione Open Arms è Giuseppe Conte, che scrive, risoluto, su Facebook: “Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo.
Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula ‘porti chiusi’. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa”
.

Poi l’affondo: “E’ un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare“. “Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo – continua – abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo (…). La tua foga politica e l’ansia di comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare ‘slabbrature istituzionali’, che a tratti sono diventati veri e propri strappi istituzionali”.

Da “Il mio governo ha lavorato, non era in spiaggia” a “Non siamo i tuoi passacarte”. Tutti gli affondi di Conte a Salvini

Una stoccata diretta, e non di certo la prima che il premier Conte ha rivolto a Salvini. In questi mesi infatti gli assist del premier Conte al ministro dell’Interno non sono passati sotto traccia agli occhi dell’opinione pubblica.

“Questo Governo non era in spiaggia”

Proprio qualche giorno fa, dopo la pubblicazione della nota ufficiale della Lega che poneva l’accento l’intenzione a far calare il sipario su quest’esperienza di governo e ad andare alle urne, il premier si è così espresso in conferenza stampa. “Questo governo ha parlato poco e fatto molto. Non era in spiaggia, ha lavorato dalla mattina alla sera a beneficio di tutti gli italiani“. E nella mente di chi ha segue gli sviluppi di questo scenario politico non possono che proiettarsi le immagini di Salvini a Milano Marittima, mentre si gode le ferie tra cubiste, mojito e musica.

“Dicano se vogliono andare avanti in quello spirito o sono pronto a lasciare”.

Giugno, in occasione della conferenza stampa da lui annunciata per fare il punto sulla tenuta o meno del governo gialloverde il Premier Conte si rivolge senza giri di parole a Salvini e Di Maio: “Ho sempre ritenuto che il contratto fosse un elemento di forza del governo. La modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti (…) Dicano se vogliono andare avanti in quello spirito o sono pronto a lasciare”.

“Non siamo qui a fare i tuoi passacarte”

Come scordarsi poi del Consiglio dei ministri per l’approvazione del decreto Salva Roma. Quella misura di cui, a riunione appena iniziata, il ministro Salvini ha annunciato lo stralcio. “Il Cdm è un organo collegiale non siamo qui a fare i tuoi passacarte. Devi portare rispetto a me e a ciascuno dei ministri che siedono intorno a questo tavolo” sbotta Conte. Uno sfogo che, alla luce degli ultimi avvenimenti, si unisce agli altri nel fare da trampolino per i prossimi.


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