Era l’8 agosto quando Salvini apriva la crisi politica annunciando che la maggioranza non esisteva più e che era il momento di andare a elezioni anticipate. Galeotto fu il voto sulla TAV, su cui Lega e 5 Stelle non sono riusciti a trovare un punto d’incontro. Su questa divergenza la Lega ha quindi immediatamente deciso di presentare – il giorno seguente – la mozione di sfiducia nei confronti del Premier Conte.

Se però il piano del ministro leghista era quello di andare al voto anticipato per trasformare immediatamente in seggi l’ampio consenso di cui gode al momento, si è aperto uno scenario che inizialmente poteva sembrare impossibile: un’alleanza M5S e PD che riuscisse a tenere in piedi la legislatura. E’ addirittura Matteo Renzi a porgere la mano a Luigi Di Maio.

Di fronte a questa possibilità che lo avrebbe chiuso all’angolo, Salvini ha però accennato un dietrofont, rendendosi disponibile a mantenere ancora l’alleanza. L’offerta però è stata rispedita al mittente.

A questo punto sarà decisiva la giornata di domani, 20 agosto: Conte si presenterà al Senato per riferire riguardo la crisi politica.

Quali possibili scenari?

L’intervista a Pietro Salvatori (HuffPost)

Oggi si è tenuta l’assemblea del Movimento 5 Stelle ma è sembrata abbastanza inconcludente. Di Maio ha rimandato tutte le riflessioni a dopo il discorso di Conte e le decisioni di Mattarella. il D-day è quello di domani, non è ancora chiaro se Conte si dimetterà o meno. Rispetto a ieri – alla cena da Grillo – che vi era una totale chiusura alla Lega, oggi l’umore è un po’ diverso: c’è la volontà di mantenere aperta ogni possibilità. Dicono di aspettare la decisione del capo dello Stato, ma se Conte si dimette loro devono avere una proposta da presentare a Mattarella. Di sicuro il Movimento vorrà dettare le condizioni sia al PD che alla Lega in caso di un’alleanza, non accettando alcuni “renziani” o ridimensionando Salvini. Comunque è ancora tutto aperto, non escludo neanche che Conte non si dimetta“.

L’intervista ad Alberto Di Majo (Il Tempo)

Capirci qualcosa è difficile. Non si sa nemmeno se la Lega presenterà domani la mozione di sfiducia o farà un passo indietro. Secondo me sarà il Premier Conte a prendere l’iniziativa e probabilmente dirà che è venuta meno la fiducia e l’esperienza di Governo è finita. La decisione allora spetterà a Mattarella. Sono convinto che Salvini si sia pentito di aver aperto la crisi, ha accusato la sindrome del potere e del consenso. Ha fatto i conti senza l’oste, non ha valutato lo scherzetto del PD e del M5S“.


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