Non passa sotto traccia l’atto di notifica per la rimozione della scritta di Casapound, incisa sulla facciata del palazzo occupato in Via Napoleone III a Roma dal movimento di estrema destra. Sul posto oggi il sindaco della Capitale, Virginia Raggi, insieme ad alcuni agenti della polizia municipale del Comune capitolino.

Dalle fila della formazione di estrema destra non ha tardato ad arrivare la replica. A parlare della vicenda a “Lavori in Corso” è stato l’ex leader di Casapound, Simone Di Stefano.

Il Comune faccia quello che deve fare, la questione è meramente amministrativa. Faremo ricorso, avvocati, le solite cose… Insomma, un po’ di campagna elettorale per Virginia Raggi che, evidentemente, non sa più di cosa parlare. Tolta la questione dello sgombero del palazzo, visto che non è nella lista dei 23 sgomberi da fare nei prossimi 5 anni” ha esordito il politico.

Rispondendo a una domanda di Luigia Luciani, Di Stefano ha sottolineato che “Ci sono 100 palazzi occupati a Roma, mi sembra che si faccia la battaglia solo contro Casapound. Non ho visto Virginia Raggi sotto le altre occupazioni“.

Ogni volta si deve tornare a parlare di Casapound, che non sta in questa lista (degli sgomberi nei palazzi occupati, n.d.r.) fatta dalla Questura di Roma e dalla Prefettura. Ma si vuole pensare a risolvere l’emergenza abitative, o pensate che buttando le persone in mezzo a una strada il problema si risolve così, e la gente andrà a vivere con la propria famiglia ai bordi delle strade? Diamo una soluzione razionale al problema, senza stare a fare sempre la politica, a pensare se Casapound è di destra, non viene sgomberata perché sono amici di Salvini” ha osservato l’ex segretario nazionale di Casapound.

Tanto poi, alla fine, il fulcro è quello: si cerca di colpire Salvini colpendo Casapound, pensando che questa cosa possa togliere dei voti alla Lega” ha proseguito Simone Di Stefano “sono anni che si fa così, e Salvini è arrivato al 34%. Si continui così, e Salvini arriverà al 50%. Sono la sinistra e i 5 stelle che non capiscono questo meccanismo”.

E ancora: “Come per le teorie darwiniane: Casapound è l’anello di congiunzione tra Pd e M5S. Si può saldare questo asse su due movimenti che non vanno d’accordo su nulla e che possono trovare questo motivo di stare insieme in Casapound. Infatti oggi i complimenti sono arrivati tutti dal Partito Democratico“.

Ci sono stati dei consiglieri che hanno detto ‘verremo noi fisicamente se Virginia Raggi vuole sotto Casapound, a rimuovere la scritta’…. mi sembra una polemica un po’ patetica” ha aggiunto poi Di Stefano.