Paul Pogba e la Juve, due strade che sembrano non essersi mai separate.
Si parla molto di una possibile trattativa in queste settimane, tanto da essere eletta da tutti come l’operazione più importante e misteriosa dopo quella che ha portato Maurizio Sarri alla Continassa. Chi l’avrebbe mai detto, il francese ha lasciato Torino nell’estate del 2016 per tornare a casa sua, a Manchester, soltanto per scoprire che quella vera era, appunto, a Torino. D’altra parte la Juve non poteva rifiutare una plusvalenza da 100 milioni, non con l’operazione Higuain alle porte.

Quei soldi erano necessari, al di là di quanti dicono che l’esborso per arrivare al Pipita non fosse un problema per le casse bianconere. 95 milioni di euro non sono mai una cifra abbordabile, o comunque non sono una cifra che non necessita di essere ammortizzata.

Ma l’errore della Juve non è stato fare cassa. L’errore è stato vendere Pogba: per due motivi.

  1. Il gap finanziario

    Solo un pazzo avrebbe fatto questo discorso a ridosso della trattativa, ma col senno di poi si vede bene che in realtà la Juve ha venduto Pogba nel momento sbagliato. Innanzitutto perché ora il francese vale molto di più di quei 70 milioni che la Juve ha incassato (120 milioni l’esborso totale dello United), complici le cifre del mercato che lievitano col passare del tempo, ma anche alla luce del fatto che il francese non è affatto un giocatore “meteora”.
    A Manchester ha inizialmente avuto un calo, poi ha continuato su rendimenti costanti, con meno fulmini rispetto al periodo juventino, ma con un carisma diverso. I grandi club sono sempre su di lui e lui è rimasto un giocatore top del centrocampo.

  2. Il possibile esborso per rivedere Pogba alla Juve

    La concatenazione di ragioni esposte nel paragrafo precedente vede la sua conclusione naturale in questa conseguenza. Ad oggi per prendere Pogba il Manchester United non pretende meno di 150 milioni. Lasciamo da parte il discorso agevolazioni del Decreto Crescita che farebbero risparmiare qualche milione ai bianconeri. La plusvalenza che nel 2016 la Juve realizzò magistralmente non solo sarebbe, di fatto, nulla, ma anche ribaltata in favore del Manchester. I Red Devils insomma incasserebbero circa 70 milioni di plusvalenza da un’operazione costata altrettanto.

Ma Pogba è costato 120 milioni allo United, non 70!
Vero, ma se la Juventus ne ha incassati 70 evidentemente riteneva consono incassare tale cifra dalla vendita del centrocampista transalpino. Tradotto: la Juve lo ha valutato 70.

Lo stesso errore, stavolta in bianconero

E’ certamente plausibile che per questo le cifre si abbassino – anche se per ora non si vedono spiragli del genere – ed è altresì vero che il ritorno di Pogba sotto la Mole sarebbe un colpo indiscutibile a livello tecnico. Come spesso si dice in questo caso, i tifosi sono contenti, perché i soldi non devono trovarli loro, contento pure Pogba che tornerebbe a casa sua, quella vera.
Quello seccato dovrebbe essere Agnelli, per una plusvalenza praticamente evaporata commettendo lo stesso errore dei Red Devils nel 2012, quando Pogba indossò la casacca della Juve per la prima volta. Esborso: 300,000 €.


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