Olimpia Troili, candidata con il Partito Democratico alle elezioni europee del 26 maggio 2019, si racconta ai microfoni di Radio Radio. Ecco le domande che le abbiamo rivolto per saperne di più sulla sua scelta di candidarsi a fianco del PD.

Perché hai scelto di candidarti con il PD?

Condivido i valori in cui si riconosce. Il Partito Democratico propone come modello gli Stati Uniti d’Europa, propone una grande battaglia sulla concorrenza sleale a livello fiscale, un’aliquota minima al 18% per tutte le imprese. Propone uno statuto europeo per il lavoro, un salario minimo orario legale garantito, un’assicurazione contro la disoccupazione. Credo ci sia bisogno oggi più che mai di costruire un’Europa più giusta e questo è possibile solo rafforzando la famiglia dei socialisti democratici al Parlamento Europeo.

Il PD viene criticato perché…

Negli anni ha fatto degli errori. Ha comunicato male le cose buone che sono state fatte e si è allontanato dal suo popolo. Ha mostrato poca capacità di ascolto, di autocritica, non si è scusato abbastanza presto per gli errori commessi. Si è ripiegato su sé stesso ed è stato eccessivamente autoreferenziale. Il PD che immagino io invece è aperto e inclusivo. Queste liste per le europee dimostrano una grande apertura nei confronti di tante sensibilità differenti. E’ stata avviata una vera rigenerazione.

Qual è la tua opinione su Zingaretti?

Per me è una figura fondamentale. Penso che lui venga da una cultura politica e di riferimento solida, che sia una persona molto in gamba, seria, affidabile, conciliante, che abbia a cuore l’unità del partito e che abbia un progetto nuovo per il rilancio del PD. Lo conosco da anni e credo che abbia fatto un ottimo lavoro come Presidente della regione Lazio. Penso che con Nicola Zingaretti sia iniziata una nuova stagione per il Partito Democratico, penso che grazie a lui il partito sia tornato contendibile.

Temi: parliamo di finanziamenti europei

Le risorse che arrivano dall’Europa sono le uniche che possono contribuire alla crescita del paese. Bisogna far sì che nemmeno un euro debba tornare a Bruxelles. Le opportunità ci sono, ma il nostro tessuto imprenditoriale deve essere capace di saperle cogliere. Cosa può fare l’Europa? Offrire delle strutture di supporto, dei punti di informazione che funzionino, veicolare queste opportunità, farle conoscere al territorio e aiutare chi non ha nella sua azienda una risorsa che si possa dedicare soltanto a questo a capire come ideare al meglio un progetto che abbia ottime probabilità di approvazione.


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