Essere puntuali a lavoro, cucinare, tenere in ordine la casa e, per chi è diventata mamma, fare le corse per accompagnare in tempo i propri figli a scuola. La giornata tipo di una donna si rivela spesso piena e densa di impegni ai quali far fronte.

E dalle responsabilità quotidiane all’acquisizione di capacità multi tasking il passo è breve. Talmente breve che è prerogativa della maggior parte dell’universo femminile l’abilità di essere madre, lavoratrice, guerriera e, nell’intimità, geisha. Questo tipo di atteggiamenti sono scelte di un modus operandi che ci caratterizza oppure sono figli di una società sempre più frenetica e in continua evoluzione?

E’ vero, i tempi sono cambiati, e un’attenzione maggiore da parte dell’opinione pubblica sull’universo femminile e sulla parità di genere lo dimostra. Ma quante sono, in Italia, le donne che dedicano parte della loro giornata fuori casa a realizzarsi in altri ambiti? Quante sono quelle che lavorano e quante hanno scelto di trascorrere la propria giornata dedicandosi alla propria famiglia e al mantenimento e alla cura della propria abitazione?

Stando a una ricerca Istat, in riferimento al 2018 e pubblicata quest’anno in occasione della giornata internazionale delle donne, circa il 92,2% delle donne che hanno conseguito un dottorato di ricerca lavora, contro il 95,5% dei ricercatori di sesso maschile. Il 16,6% dell’universo femminile cerca lavoro o invia una richiesta di lavoro tramite Internet.

Il 35,4% occupa un posto in Parlamento, mentre il 15,9% delle donne è inserito in organi decisionali all’interno di un’azienda. Dalle rilevazioni del 2016, invece, l’indice di occupazione femminile si attesta intorno al 57,7% contro il 66,9% dell’universo maschile.

Sempre secondo i dati Istat, sono 7 milioni e 338mila le donne che si sono dichiarate casalinghe nel nostro Paese, 518mila in meno rispetto a 10 anni fa. La media d’età si aggira intorno ai 60 anni.

Ne consegue, quindi, che il divario occupazionale tra uomini e donne continua ad essere presente. La strada è ancora lunga per la parità di genere, a dispetto dei passi avanti che sono stati fatti.