Tampon Tax e Revenge Porn, la dinamica sembra la stessa: c’è un’idea valida, un emendamento bocciato e una contro proposta. Questione di soldi o una firma in calce che non è quella “giusta”?

La proposta di riduzione dell’Iva per gli assorbenti igienici è stata bloccata. L’emendamento presentato dal PD aveva lo scopo di abbassare l’Iva dal 22% al 5%. La proposta, che ha preso il nome di Tampon Tax proprio perché riferita al costo degli assorbenti igienici utilizzati dalle donne per il ciclo mestruale (più altri prodotti igienici femminili), era contenuta nel decreto sulla Semplificazione Fiscale in discussione alla Camera. Le stime della Ragioneria di Stato avevo previsto costi pari a 212 milioni in caso di taglio dell’Iva al 10% e di 300 milioni per il 5%.

Proprio questi numeri avrebbero spinto Governo e maggioranza a votare contro l’emendamento. 253 voti contro e 189 a favore: la Tampon Tax non passa.

Non ci sono i soldi, sarà per un’altra volta… O forse no?

Il Revenge Porn

Lo scorso marzo la Camera ha respinto l’emendamento che avrebbe introdotto il reato di Revenge Porn: con 232 voti contrari e 218 favorevoli la proposta di porre un limite alla diffusione di foto e video privati senza il consenso della persona interessata è stata bocciata. A votare contro sono stati Movimento 5 Stelle e Lega, ma, contestualmente, i pentastellati presentavano al Senato una proposta di legge sulla stessa questione. Per loro analisi, l’emendamento di PD, Forza Italia e LeU non era completo, serviva qualcosa di più. E così, a pochi giorni di distanza e parecchie discussioni dopo, Stefania Ascari (M5S) ri-presentava l’emendamento, passato, con buona pace di tutti, con 461 voti a favore e nessun contrario.

Applausi per chi?

Tampon Tax

Cos’hanno in comune Revenge Porn e Tampon Tax? Per il momento il fatto di essere entrambe due proposte presentate da partiti che non sono né Lega né Movimento 5 Stelle, di essere state bocciate dalla maggioranza di Governo e di avere una contro proposta dietro l’angolo pronta a tamponare (è il caso di dirlo) la questione. La portavoce Carla Ruocco, deputata del Movimento 5 Stelle, ha infatti parlato di una “correzione da inserire nel DL Crescita” relativa alla questione.

Non resta che aspettare.