Ricapitoliamo per chi non avesse seguito il fatto: Christian Raimo, consulente editoriale di Librolandia, si è dimesso dopo le polemiche sul suo post in cui attaccava la presenza al Lingotto della casa editrice Altoforte (vicina a CasaPound) e del libro intervista a Salvini. Intanto gli scrittori si dividono e nasce l’hashtag #iovadoatorino 

E nella polemica interviene anche il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino: “Da tempo ci troviamo davanti – dice – ad aperte apologie del fascismo e manifestazione politiche, penso a CasaPound o Forza Nuova, che esplicitamente fanno riferimento al nazismo e al fascismo. E’ tempo che su questi fenomeni le autorità preposte valutino se ci sono gli estremi di appellarsi alla Costituzione che vieta la rifondazione del partito fascista. In assenza di questo, al di là dei miei giudizi personali non si può impedire l’esercizio di un loro diritto”.

Siccome credo sia molto difficile spiegarlo meglio, prenderò in prestito alcune considerazioni di Gianni Riotta, ex direttore del TG1 e oggi direttore presso l’Università Luiss Guido Carli, che sul suo profilo facebook puntualizza la sua posizione riguardo la polemica sulla partecipazione della casa editrice Altaforte al Salone di Torino.

“La polemica che divide il Salone del Libro di Torino 2019 conferma che nessuno può fare mai l’anima bella in tempi difficili.

La libertà di dibattito permette a tutti di partecipare sempre alle discussioni in corso, secondo la Costituzione, e non deve essere mai limitata né compressa.

Al tempo stesso però questo principio classico non implica, anzi nega in radice, che proclami razzisti, fascisti, nazisti, esplicitamente messi al bando dalle nostre leggi e anche, soprattutto in un certo senso, dalla morale e dalla tradizione libera d’Europa, abbiano diritto di par condicio, una tolleranza che i loro promulgatori mai hanno accettato, come bene ricordava il padre della Costituzione Vittorio Foa.

L’unità dei valori di libertà e giustizia mai andrebbe lesa, con una caccia miseranda a chi è più libero e più giusto di tutti. Se oggi i fascisti e i nazionalisti si trovano insieme al potere con populisti che si ammantano di slogan di sinistra, e insieme pesano sul Salone, si deve anche a chi, nel recente passato, non ha saputo guardare ai valori che contano, perdendosi nel gioco infantile del “Io sono piu’ a sinistra di tutti capito?”.

Nicola Lagioia è bravo scrittore, non certo di destra o nazionalista, va dunque sostenuto nel tenere duro su questi principi di libertà per tutti, ma nel nome dell’antifascismo e dela tolleranza sempre.

Non c’è nulla di male ad avere dibattiti politici a una manifestazione culturale in campagna elettorale, anzi la cultura è sempre politica e la politica è, anche quando deteriore, cultura. Né destra né sinistra hanno il monopolio, per fortuna, delle idee e vanno dunque confrontate con serenità. Ma se il ministro degli Interni Salvini, che con bravura usa ogni mezzo per propaganda e promozione del suo partito, pubblica un libro con una casa editrice che si vanta di militare vicino gruppi di estrema destra da poco coinvolti in atti odiosi di violenza, non si può far finta di niente. La scelta di un editore è, appunto, politica e culturale e implica responsabilità cruciali per un vicepremier.

Infine, e su questo punto torneremo, c’è il caso degli eterni Nicodemisti italiani, i vecchi seguaci di Strapaese, gente che resta sullo steccato a guardare, pronta a un ingaggio qui oggi, uno qui domani. Li vedete fare una criticuzza alla destra populista, assegnare un buffetto ai comportamenti peggiori dei grillini. I loro buffetti e le loro criticuzze sono indolori, inoffensivi e offrono piuttosto un finto, ipocrita, contesto di libertà e dibattito a chi governa. 

Garantire dunque a tutti, il diritto di parola sempre è dovere morale, ma senza fingere che giustizia, libertà, equanimità, democrazia debbano dividersi la dignità etica delle idee con oppressione, dittatura, intolleranza, oppressione.”

Potete essere d’accordo o meno, potete essere di sinistra o di destra anche estrema, potete essere come Nicodemo il fariseo che, secondo il Vangelo di Giovanni, di notte andava di nascosto ad ascoltare Gesù, mentre di giorno simulava una piena adesione al farisaismo. Ma comunque la pensiate credo che la libertà di parola e di stampa debbano essere sempre riconosciute, Costituzione permettendo.