Se l’erano già promesso a distanza il duello a cui ieri sera hanno assistito circa due milioni di italiani tra la giornalista Lilli Gruber e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
L’uno già alla fine di alcuni recenti comizi politici faceva sapere di non essere entusiasta di partecipare alla trasmissione, l’altra, di tutta risposta glie lo ha ribadito a inizio puntata dandogli in proposito del maleducato.

Così è iniziata una vera e propria disputa tra la conduttrice e il leader leghista, una discussione che ha avuto ben poche domande ma molti botta e risposta.
-“Anche altri hanno figli che vengono sbeffeggiati da lei e aggrediti da lei, lo sa?“, dice la Gruber in tono indignato.
– “Mi fa un esempio? Chi è che aggredisco?” risponde ironico il Ministro.
La conduttrice temporeggia e prende tempo per poi passare di nuovo alle sue domande in tono non esattamente benevolo, ricevendo solo frecciate.

E’ stato un faccia a faccia tra due politici“, ha detto ai nostri microfoni Alessandro Meluzzi. “Si dovrebbe mantenere quantomeno un minimo di laicità e terzietà in questo lavoro, così non assisteremmo a queste cose che definirei grottesche“, ha detto il noto psichiatra rincarando poi la dose sulla stampa italiana, secondo lui in fase di monopolizzazione: “Un’omologazione dell’informazione saccente e univoca come questa credo non si sia mai vista. Neanche nel fascismo. Anzi, c’erano anche allora delle opinioni contrastanti autorevoli.

Il professor Meluzzi ha anche posto un nome e un cognome, o meglio, una certa identità politica alla base di questa omologazione: “Il fatto che Salvini possa ritenere di conoscere le priorità del paese è ovvio, quasi scontato. Quello che voglio dire è che una parte minoritaria del paese, una certa sinistra politica, si è impadronita se non di tutta, del 95% della comunicazione. Sembra veramente di assistere a un regime“.