Una giornata lunghissima per il governo tra divisioni sul 25 aprile, richieste reiterate di dimissioni per il caso Siri e poi con un Consiglio dei ministri ad altissima tensione. 

A Palazzo Chigi lo scontro è andato in scena sul cosiddetto ‘Salva Roma’, misura contenuta nel dl Crescita che vede la contrarietà della Lega e il favore del M5S. La ‘norma della discordia’ alleggerirebbe parzialmente la Capitale da un debito-monstre di circa 12 miliardi di euro, con lo Stato che contribuirebbe a pagare gli interessi del debito. Secondo il M5S l’operazione è a costo ‘zero’ – dunque senza oneri aggiuntivi per l’Erario e quindi per i contribuenti – e anzi darebbe risparmi; mentre la Lega dice no ad una norma ad hoc per la Città eterna e rilancia chiedendo di estendere le agevolazioni anche ad altri Comuni a rischio dissesto.

SALVINI – “
I debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco. Stralciati i commi 2, 3, 4, 5, 6 della norma ‘salva Raggi'” dichiara Matteo Salvini alla fine del Consiglio dei ministri. 

M5S – Seguono poi le parole di fonti pentastellate che, sempre dopo il Cdm, dicino: “Approvato il ‘Salva Roma’ a metà. In particolare i commi 1 e 7, sugli altri deciderà il Parlamento”.Si tratta di “un punto di partenza – dicono le stesse fonti – siamo sicuri che il Parlamento saprà migliorare ancora di più un provvedimento che, a costo zero, fa risparmiare soldi non solo ai romani ma a tutti gli italiani”.

CONTE – Ma è l’uscita di Salvini – che, a Cdm appena iniziato, scende nel cortile antistante Palazzo Chigi annunciando lo stralcio della misura ‘Salva Roma’ dal dl crescita (mentre era ancora solo la proposta del Carroccio al tavolo) – manda su tutte le furie il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Il Cdm è un organo collegiale – lo sfogo del premier, raccontato all’AdnKronos da fonti di governo presenti al tavolo, che riportano di un tono estremamente irritato – non siamo qui a fare i tuoi passacarte. Devi portare rispetto a me e a ciascuno dei ministri che siedono intorno a questo tavolo”.

BANCHE – Per quanto riguarda le norme approvate dal Cdm, c’è anche quella sul rimborso per i risparmiatori truffati dalle banche. Aumenta, stando a quanto riferiscono fonti di governo, l’indennizzo diretto da 100mila a 200mila. Soddisfazione del M5S: “Lo avevamo detto, lo abbiamo fatto”.