Per chi ha detto che il luogo in cui si nasce pregiudica il futuro di una persona da oggi c’è un nuovo rompicapo: come ha fatto Patrick Giannetti, calciatore proveniente dalla Sabina Romana, a sostituire Mohamed Salah?
No, non parliamo del campo perché sfortunatamente il trequartista del Fiano non è a disposizione di Klopp, ma i produttori televisivi connazionali dell’esterno del Liverpool lo hanno voluto per girare uno spot di sensibilizzazione contro la droga ovviando quindi a tutte le prassi del caso: una controfigura, ad esempio.

Un profilo che esteticamente somigliasse almeno un pò al Messi d’Egitto e che sapesse anche giocare a calcio lo hanno trovato: non si trova né in Premier, né più generalmente in Inghilterra ma fa il calciatore ed abita in un paesino alle porte di Roma: ecco la sua esperienza raccontata ai microfoni di Radio Radio.

Patrick, sei riuscito a giungere da un piccolo paese della Sabina Romana, fino ad Anfield, puoi raccontarci l’esperienza?

Sono stato un po’ fortunato perché un mio amico che gioca a Passo Corese mi ha girato il contatto di una sua amica di Nerola, un paese vicino al mio. Lei lavora per un’agenzia che si occupa di materiale audiovisivo: pubblicità, film e quant’altro e si occupava anche di questo spot contro la droga che le hanno proposto gli egiziani. Mohamed Salah in quel periodo era a Roma e hanno chiesto a questo mio amico se conoscessero un profilo simile, somigliante e che comunque si sapesse muovere o ancora meglio, giocare a calcio. La prima persona a cui questo mio amico ha pensato sono stato io: subito gli ho risposto “facciamo questa cosa“.
Ho fatto il provino in un Hotel a Via Veneto ed evidentemente è andato bene, perché poi mi sono ritrovato a girare sul Mersey.

Un parere da calciatore professionista: cosa ti ha risaltato all’occhio vedendo da vicino uno dei giocatori migliori del mondo?

Ho già avuto esperienze simili perché ho fatto le giovanili nella Lodigiani e ho avuto la fortuna di vedere tanti calciatori da vicino.
Al livello tecnico non ho potuto osservarlo perché col pallone non ha fatto assolutamente nulla, però a prima vista mi ha risaltato come non sembrasse neanche un calciatore, è una persona molto timida e riservata e per me questo è anche un pò il segreto del suo successo: non è come gli altri, non fa dei social una priorità, è una persona molto centrata sull’obiettivo, sotto questi aspetti mi ha ricordato molto Baggio che per me è un idolo assoluto: parlava in campo, concentrato su quello che amava fare, il calcio.

Da simpatizzante Juventino, se dovessi scegliere tra tenere un attaccante come Dybala e l’arrivo di Salah cosa preferiresti?

Non sono simpatizzante, sono proprio un tifoso; non un ultrà, ma un tifoso vero e proprio. Per come gioca la Juve in questo periodo manca quel raccordo tra reparti che tra i due sa fare meglio Dybala, ma purtroppo al momento non riesce a calarsi bene nella parte. Sì, magari Pjanic può fare quel lavoro ma al di là di tutti i discorsi tecnici credo che Salah sarebbe sempre il benvenuto perché tra lui e Ronaldo basterebbe lanciare il pallone in avanti.

Come è stato lavorare da controfigura calcistica? E’ molto diverso rispetto a fare il calciatore?

Con la produzione mi sono trovato molto bene, sul piano tecnico mi ha aiutato il fatto che avrei dovuto fare cose inerenti al calcio (correre, scattare, tirare, fare qualche rovesciata). Per il resto ho dovuto fare qualche posa e fermo immagine ma quello viene abbastanza naturale.

Anche tu, sebbene a livelli diversi sei un giocatore professionista: ti ritieni un calciatore alla Salah?

Probabilmente da lontano sì (ride, ndr), ma tecnicamente non mi ci rivedo tanto, credo di avere caratteristiche differenti. Lui ha un altro ruolo: prende il motorino e se ne va, io non scatto, ha un altro piede, il mancino, io sono destro. Come caratteristiche non siamo proprio uguali, io faccio un pò più da raccordo, faccio far gol ai compagni, mi piace partire un pò più arretrato, non tanto per finalizzare ma per toccare più palloni possibili.