Nicola Zingaretti non archivia la lista unitaria. Sta sentendo tutti. Ieri anche Carlo Calenda, su tutte le furie dopo un pezzo di ‘Repubblica’ che dava per tramontato il listone. Via social il segretario Pd puntualizza: “Il lavoro per una lista aperta e unitaria alle europee va avanti”. Quindi il listone si fa? No, probabilmente non si farà. E dalle parti del segretario dem si spiega che, se andrà così, non sarà per volontà di Zingaretti ma per il rifiuto dei potenziali alleati a far parte di un’unica lista.

Già l’incontro di martedì con Emma Bonino non era andato benissimo. Da Verdi e Italia in Comune si fa sapere che il loro progetto, già avviato, di una lista insieme resta in piedi. Insomma, i vari interlocutori che già avevano detto no a Calenda sul listone nelle scorse settimane, al momento, non stanno rivedendo le loro scelte. 

Gli unici a proporre una lista unitaria di tutti quelli che andranno poi nel gruppo del Pse, è Mdp. Lo ha ribadito anche oggi Roberto Speranza in un’intervista. Ma pare proprio che il Pd di Zingaretti non abbia alcuna intenzione di fare un passo di questo genere. “Hanno fatto una scissione un anno fa… e poi alle europee c’è un sistema proporzionale”, è la riflessione. Insomma, ognuno per sé.

Zingaretti comunque intende portare avanti fino in fondo il tentativo della lista unitaria. “La prossima settimana incontro con Più Europa: verificheremo le loro scelte ma, qualunque saranno le loro decisioni, combatteremo una battaglia comune per cambiare l’Europa”, ha annunciato via Twitter. Martedì, Zingaretti ha visto Emma Bonino e ieri ha sentito Federico Pizzarotti. A tutti il segretario dem sta spiegando che il Pd sarà ovviamente il cuore pulsante della lista “aperta e unitaria”, anche se dal punto di vista della forma (nome e simboli) non ci sono ‘tabù’.

Con +Europa, almeno per quel che riguarda la lista comune, il dialogo è stato breve: “La linea del Congresso è quella di presentare una lista autonoma nell’ambito del progetto liberal democratico che fa parte dell’Alde con il simbolo di +Europa”, spiega Benedetto Della Vedova aggiungendo: “Non è nemmeno una opzione da considerare” la partecipazione a una lista del Pd per le europee, anche se aperta.

‘No, grazie’ alla lista Pd arriva anche dai Verdi: “Facciamo gli auguri a Zingaretti, noi abbiamo un progetto europeo, verde e civico insieme a Italia in Comune”. E dunque come si sopperisce all’assenza di un listone? Con candidature che allargano il campo del Pd, come quella di Giuliano Pisapia, per dire.

Quindi, il capitolo Calenda. Ieri sera l’ex-ministro a Zapping ha detto di aver sentito Zingaretti ma la telefonata non sembra aver risolto. Calenda infatti ha chiesto chiarezza al segretario dem ma a sera non pare abbia avuto le risposte che cercava.

“Ci siamo parlati con Zingaretti e lui ha fatto una dichiarazione per dire che sta lavorando per costruire una lista unitaria, che farà un incontro con Più Europa e Pizzarotti: è la strada giusta, ma intanto ho fermato le nostre iniziative europee. Mi diranno loro se si andrà avanti su questa strada, io per il momento non posso far perdere tempo alla gente”. Ma il listone si farà o no? “Non è sicuro”.

Le incomprensioni con i potenziali alleati sulla lista non sembrano, però, scoraggiare più di tanto il segretario dem, che oggi vedrà Frans Timmermans, il candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea. Per Zingaretti, infatti, fondamentale è che con le forze europeiste e democratiche “combatteremo una battaglia comune per cambiare l’Europa”. Il segretario dem guarda alla partita da giocare nel Parlamento europeo un volta che sarà formato. “La cosa importante -spiega Benedetto Della Vedova- è che ci siano tanti deputati italiani eletti nelle forze europeiste che si oppongono ai nazionalisti, perchè la tradizionale alleanza Pse-Ppe non ci sarà più e andranno cercati nuovi equilibri tra i gruppi presenti in Parlamento”.