“Fuorigioco – The Pass” è il nome dello spettacolo in scena al Teatro Piccolo Eliseo di Roma dal 7 al 17 febbraio. Il tema centrale è l’omosessualità nel calcio e lo hanno raccontato proprio questa mattina i protagonisti a Sold Out.

“E’ uno dei più grandi tabù nel mondo del calcio– racconta il protagonista Edoardo Purgatori ad oggi non esistono calciatori in attività che siano dichiaratamente omosessuali”. Il calcio in questo spettacolo è prima di tutto una cornice, cornice di un dramma in 3 atti fatto di inizio, apice e fine della carriera di un diciannovenne. Cristian e il suo migliore amico Ade hanno il sogno del calcio professionista: iniziano insieme, ma solo Cristian ci riesce, fino a quando non iniziano a girare delle voci su di lui che potrebbero danneggiarlo.

“Nel mondo del cinema questo tabù non c’è più – osserva Giorgia Salari il mio personaggio è Linda, una spogliarellista che quando incontra il calciatore lo tratta come un macho. Poi quando scopre i “non detti” cambia atteggiamento e la cosa bella è proprio che il suo sguardo non è giudicante, non si scandalizza”.

Coprotagonista il giovane Miguel Gobbo Diaz, Ade sul palcoscenico: “Nessuno parla di questo argomento e noi grazie a questo spettacolo abbiamo avuto la possibilità di portare in scena qualcosa che le persone non sono abituate a vedere”.

Uno spettacolo che fa pensare, che mette al centro omofobia, crisi identitarie, sacrificio e sogni di gloria: “Se ami quella cosa non è sacrificio – osserva Edoardo – sacrificio è essere costretto a nascondere una parte di te per raggiungere quello scopo”. Il vero vincitore infatti non chi dei due riesce a fare carriera: “Ade è quello che non ce l’ha fatta – interviene Miguel – ma poi in realtà ce l’ha fatta in un’altro senso, ce l’ha fatta coi non detti”.

“Fuorigioco – The Pass” lo spettacolo di John Donnelly, con la regia di Maurizio Mario Pepe e con protagonisti Edoardo Purgatori, Miguel Gobbo Diaz, Giorgia Salari e Gianluca Macrì sarà al Teatro Piccolo Eliseo di Roma dal 7 al 17 febbraio. Un’occasione per interrogarsi, per riflettere e per ricordarci ancora una volta che dietro a qualunque mestiere prima di tutto ci sono delle persone.