Il rapporto tra Kolarov e gli ultrà romanisti non è mai stato rose e fiori, fin dal primo giorno. Nella Capitale funziona così, chi ha indossato la maglia dei rivali non è visto di buon occhio. Ma il campo ti dà sempre una possibilità e in alcuni casi gli insulti si sono trasformati in applausi. Basti pensare che l’uomo più rappresentativo della storia della Lazio, Tommaso Maestrelli, è stato un giocatore giallorosso.

Di certo non si può dire che il serbo in campo stia facendo male. L’anno scorso è stato decisivo in campionato e in Champions, contribuendo al terzo posto in classifica e al raggiungimento della semifinale di Champions. Quest’anno, specialmente nel’ultimo periodo, è calato di rendimento, ma resta sempre uno dei migliori. Ha segnato anche il gol vittoria nel derby, con tanto di esultanza. Eppure, nemmeno questo è bastato per far pace con i tifosi giallorossi.

Cosa è andato storto allora? Sicuramente qualche dichiarazione che si poteva evitare, come quella in conferenza stampa a novembre: “A Roma si parla tanto, ma il tifoso deve sapere che capisce poco di calcio”. Prima della disfatta di Firenze, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il serbo ha avuto una discussione accesa alla stazione con alcuni sostenitori romanisti. Nonostante la rete, questa volta nemmeno il campo può essere un alibi. Il terzino, così come tutto il reparto arretrato, si è fatto mettere sotto dall’attacco viola. Sette gol ed eliminazione in Coppa Italia. La squadra a Trigoria è stata fischiata, ma a Kolarov hanno riservato un trattamento speciale anche sotto casa, dove è comparsa la scritta: “Abbassa la cresta, croato di mer**”. Un’intimidazione che dice tutto.