Tre punti. Quelli dovevano, quelli servivano, quelli sono arrivati. Meglio sarebbe dimenticare il primo tempo, brutto, mediocre di polpa e di forma con Olsen migliore dei suoi e Bologna sprecone ai massimi, tra pali e occasioni bruciate quando ormai lo svedesone sembrava spacciato. Ma le mani del portiere hanno evitato la figuraccia dell’andata e così, grazie anche all’inserimento di El Shaarawy al posto di Cristante, il risultato e la partita sono cambiati, a favore della squadra fino a quel momento dispersa e impaurita.

Due gol realizzati da difensori, Kolarov su feroce rigore e Fazio con una conclusione accademica da allenamento, hanno coperto le assenze di Kluivert, un piumino della cipria, mentre Zaniolo si è battuto ma sollevando anche polvere. Il Bologna ha resistito per tre quarti d’ora, poi è stato stordito dalla sciocchezza di Helander sul faraone, in verità si è ripreso, però ricadendo a terra al gancio di Fazio per poi riacciuffare la speranza con Sansone. Ma ormai era tardi e Mihajlovic non può rimproverare nulla ai suoi, la squadra ha una identità che Inzaghi non le aveva saputo dare o trasmettere, soltanto la sfortuna le ha negato almeno il pareggio, per un football lineare e reattivo. 

Per la Roma vittoria che porta vitamine e consente al gruppo di stare a un punto dal quarto posto, cioè dal Milan. Molte cose possono ancora accadere, sempre che non si ripeta l’abulia del primo tempo.

Tony Damascelli