L’esperto di diritto amministrativo e pubblica amministrazione è intervenuto in diretta a Lavori in corso.

Ha partecipato all’approfondimento di “Lavori in corso” con Stefano Molinari e Luigia Luciani sui dati della Cgia, forniti dalla Commissione Europea in merito ai servizi offerti dai pubblici uffici nei 19 paesi dell’eurozona, il Dott. Enrico Michetti, uno dei massimi conoscitori del diritto amministrativo e della pubblica amministrazione in Italia.

Dalle indagini è emerso che il nostro Paese risulta al penultimo posto, dati che, secondo l’esperto “risultano spesso superficiali. La pubblica amministrazione è un sistema molto complesso e in particolar modo quella italiana, che è governata da diverse norme di carattere regionale e comunitario. Noi abbiamo la legislazione in termini numerici per le norme, talvolta contraddittorie o manifestamente illogiche, che inducono a una riflessione a ogni segmento della procedura che viene affrontato.

La burocrazia” ha proseguito Michetti “è a tutela di alcune cose importanti, come l’ambiente, la sicurezza, ma la semplificazione è il vero problema del Paese e va fatta con intelligenza. Abbiamo un patrimonio di proteggere, è chiaro che non puoi lasciare i permessi con grande facilità: devi rilasciarli senza che poi qualcuno dell’ambiente un qualcosa che, poi, venga deturpato. E’ chiaro che una mole enorme di leggi e, nel momento in cui applichi decreti di 40 anni fa che contraddicono l’ultima norma dello stato, e il funzionario pubblico non sa che pesci prendere e paralizza l’attività. Gli effetti più nefasti di questa paralisi di attività sono la corruzione o l’abuso.

Sui mancati investimenti dovuti alla lentezza dell’amministrazione pubblica italiana, Michetti ha risposto che “Per fare le riforme, ci vogliono le infrastrutture e ci vogliono delle leggi che abilitino quelle infrastrutture e togliere tutto ciò che è superfluo, che non preserva da nulla. Quello dovrebbe essere completamente rimosso, a partire dalla potestà legislativa delle regioni.

L’affanno burocratico non può essere tollerato ma bisogna semplificare con intelligenza, senza perdersi i pezzi” ha detto il Dott. Michetti “non è che non bisogna tutelare l’ambiente, la sanità, la salute del cittadino. Dico sempre che servirebbe un D-Day, tutte le norme in quel giorno dovrebbero essere abrogate e lasciare sul campo solamente 10-12 testi unici che reggano l’amministrazione del Paese, ciascuno per materia, e i codici, ovviamente, che riguardano il diritto civile piuttosto che il diritto penale. Se non ci fosse la complessità, non ci sarebbero le cause e, se non ci fossero le cause, non ci sarebbe tutto un meccanismo che, in ragione di questo, ci guadagna.

Sulla credibilità della classifica interna, che vede tra le regioni peggiori Abruzzo e Calabria, l’esperto di diritto amministrativo ha spiegato che “sono indagini che vanno sul percepito. Noi siamo degli autolesionisti che, dal punto di vista naturale, siamo propensi all’autolesionismo.”

Alla domanda di Molinari su quale sarebbe il primo atto che Michetti attuerebbe al posto del ministro Bongiorno, il diretto interessato ha risposto che “se io fossi ministro della Pubblica Amministrazione, la prima cosa di cui mi occuperei sarebbe una connessione veloce in tutto il Paese, perché altrimenti il digitale rimane sulla carta. Sulla semplificazione della pubblica amministrazione, il comune deve essere al centro di tutto.