I punti sono quattordici. Il distacco dell’Inter dalla Juventus. O, se preferite, il vantaggio della Juventus sull’Inter. Un gol di Mandzukic spiega molte cose, spiega che il croato è l’elemento che sblocca il risultato quando la squadra non ha il migliore Cristiano Ronaldo o smarrisce Dybala. L’Inter ha offerto un primo tempo di grande dignità, ha avuto la jella di non colpire l’avversario ma il palo, con Galgliardini e in un’altra situazione Skriniar e Icardi hanno bruciato un Pallone acido per la Juve.

Ma la seconda frazione interista è stata preoccupante. Spalletti ha tolto di mezzo Politano che, fino a quell momento, era stato la mina vagante nella terza linea bianconera, al punto ch Allegri era stato costretto a scambiare I due difensori esterni. L’ingresso di Borja Valero ha infoltito, anzi affollato il centrocampo nerazzurro, togliendo il veleno sulla fascia e concedendo alla Juventus maggiore respirto. L’Inter si è dunque arresa a se stessa, Spalletti ha messo dentro tre punte, come si usava nel calcio che fu, Lautaro Martinez che resta un’ipotesi, Keita voglioso ma inesistente oltrre a Icardi che non ha mai toccato palla e mai ha dato una mano, secondo sue abitudini cattive, al resto della squadra. La Juventus ai minimi sindacali ha portato a casa l’ennesima vittoria, 43 punti sono un patrimonio incredibile, mentre la dotazione dell’Inter conferma che la squadra sbaglia I confronti decisive e importanti, con il Barcellona e il Tottenham a Londra. Il football è questo, oltre al battage pubblicitario. Le sperenze e le macumbe di chi voleva la vittoria interista restano nelle chiacchiere. Il Napoli è l’unica vera squadra che può molestare la Juventus, il resto è comizio.

Tony Demascelli