Era nell’aria questa sconfitta. Non che qualcuno ci abbia scommesso in modo sicuro ma le ultime due partite disputate dalla squadra di Gattuso avevano fatto presagire una battuta d’arresto perché una squadra può sopravvivere concedendo poco – e il Milan ha concesso un solo un gol nelle ultime tre partite – ma non può che soccombere se smarrisce la via della porta.

Il più pericoloso è Calhanoglu nel primo tempo, per il resto qualche rasoiata di Suso ma di attaccanti non si vede l’ombra. Forse un problema psicologico affligge l’avanguardia rossonera perché di problemi di questo genere ce ne sono. Le continue sirene di mercato stordiscono Higuain che resta ancora a digiuno, il che è un dato emblematico, soprattutto perché contro i viola aveva segnato o creato occasioni da gol in 6 degli ultimi 7 incontri.

Cutrone entra avendo a disposizione una mezz’oretta per conquistarsi un posto da titolare che sembra sfuggirgli continuamente ma non incide. Inspiegabile questo duello silenzioso con Gattuso anche perché il ventenne è stato l’ultimo attaccante del Milan a segnare prima del grande digiuno e quando collabora con Higuain crea molti pericoli. Che sia un “problema d’atteggiamento” anche per lui come dice il mister rossonero su Montolivo? Lo scopriremo presto, ma altrettanto presto il Milan davanti deve svegliarsi perchè la protesta civile dei tifosi nel postpartita potrebbe non restare tale, perseverando nel digiuno di gol.