E’ accaduto. L’imprevedibile è diventato imprevisto. Fuori il Napoli e fuori, soprattutto, l’Inter. Roba da non crederci. Eppure il football è questo, non concede eredità, il Napoli deve urlare con se stesso per quelle due strambe partite contro la Stella Rossa, così come l’Inter deve abbassare la testa per il pareggio di ieri sera contro gli olandesi, già fuori da tutto. E che nessuno parli di biscotto al Camp Nou, dove il Tottenham ha pareggiato senza favori e complicità del Barcellona. I pensieri grigi ci appartengono dalla nascita ma stavolta, dopo aver visto l’Inter di San Siro, sarebbe opportuno ammettere i limiti di una squadra, quella nerazzurra ovviamente, che ha un solo calciatore che cambia il risultato, Mauro Icardi ma senza di lui c’è la nebbia, c’è la volontà, c’è anche la confusione che regna sovrana e ha un protagonista, si chiama Luciano Spalletti che è riuscito nell’impresa di togliere ancora una volta dal campo, nel finale, Politano, fino a quel momento, come era accaduto contro la Juventus, il migliore dei suoi.

A bocce ferme, questa eliminazione non cambia soltanto i progetti grandiosi della squadra di Suning ma forse il futuro dell’allenatore che non ha dato alla squadra il gioco e la capacità di gestire le partite. Il toscano ha avuto un prolungamento di contratto ma l’arrivo di Beppe Marotta potrebbe mutare lo stato delle cose.

Di contro il Napoli esce dall’Anfield non a testa alta, che non significa nulla anzi, dal momento che il Liverpool ha bruciato mezza dozzina di gol ma sapendo che gi tre attaccanti di avvio sono troppo leggeri per il teatro europeo, Ancelotti non lo ha capito subito, inserendo in ritardo Milik, che tra l’altro ha avuto una colossale palla gol a un secondo dalla fine trovando sulla traiettoria il solito enorme Allison. De Laurentiis Aurelio ha girato il suo film natalizio alla vigilia dicendo che l’eliminazione eventuale non avrebbe cambiato lo stato dell’essere e delle cose. Balle colossali per chi non sa di calcio ma di cinematografo. La verità è un’altra, anzi opposta, questa sconfitta doppia, in campo e in classifica di champions, può lasciare ferite sul corpo del Napoli. Soltanto Ancelotti può essere il medico, lasciando fuori dalle chiacchiere il presidente. Sarà dura per lui ma ha le qualità per fare squadra. 

Il parziale ci toglie due squadre. Stasera un paio di amichevoli per la Juventus e per la Roma ma, soprattutto per i giallorossi c’è la trappola, dopo il pareggio di Cagliari. Lo sa Di Francesco, lo sa Monchi e lo sa il resto della Pallotta and company.

Tony Damascelli