La Lazio si adegua, copia la Roma, passa il turno ma perde l’ultima partita, per un gol in evidente off side. I tedeschi si fanno notare, oltre per la vittoria, per il comportamento delle loro divisioni, prima nel centro della città, quindi allo stadio, nella curva dedicata a Tommaso Maestrelli di cui loro non conoscono nemmeno l’esistenza, la storia e dunque il rispetto della stessa.

Fumogeni, bombe carta, un repertorio pirotecnico che è entrato in un Olimpico blindato come la capitale per l’arrivo tumultuoso dei gentiluomini di Francoforte. Polizia aggredita, invasione di campo, uno scenario volgare dinanzi al quale l’Uefa, così sensibile ai denari, altrui, dovrà intervenire per punire severamente il club di Francoforte. Ma, credo, anche la Lazio per un fragile sistema di sicurezza che ha permesso di introdurre nella curva il magazzino di fuochi d’artificio.

Chi invece merita un premio è Joaquin Correa, il quale ha segnato un gol non facile ma dopo mezzora di gioco ha offerto una pagina imprevista in questo calcio rozzo e sozzo. Si è ritrovato con il pallone giusto per andare a rete, dopo un contrasto vinto con Hasebe che si è, nell’occasione, stirato alla coscia e, dunque, bloccato. Correa ha preferito frenare, fermare la propria corsa e buttare fuori il pallone. Nei giorni di fair play finanziario (venerdì la decisione ufficiale sul Milan al quale è stata risparmiato il verdetto alla vigilia della sfida con l’Olympiakos) una immagine di vero, sano fair play che andrebbe premiato dalle belle gioie dell’Uefa. 

Tony Damascelli