L’editoriale di Vittorio Feltri sul caso Genovese ha scatenato il dibattito pubblico. Su Libero il Direttore si è rivolto in modo molto duro alla giovane coinvolta nella vicenda.

La Dott.ssa Roberta Bruzzone, Psicologa Forense e Criminologa Investigativa, si è schierata in modo netto contro le parole del Direttore. La posizione di Vittorio Feltri, analogamente a quella intrapresa da chi si è scagliato contro l’insegnante di Torino vittima di Revenge Porn, è secondo la Dottoressa, sintomo di come culturalmente “siamo ripiombati in una sorta di Medioevo”. Comportamento del tutto da condannare.

Se n’è parlato in diretta a ‘Lavori in corso’, proprio alla vigilia della giornata contro la violenza sulle donne. Ecco cosa ha detto a Stefano Molinari e Luigia Luciani.

“Quando si parla di reati che colpiscono le donne è ancora diffusissimo il numero di soggetti, uomini e donne allo stesso modo, che reputano la vittima responsabile di quello che è accaduto.

Ciò su cui io inviterei a riflettere è questo: noi abbiamo una ragazza giovanissima che va a una festa esclusiva e quando entra lo fa per godersi la serata. Sicuramente non è entrata lì dentro con la paura di poter essere sequestrata e seviziata per ore. Chi non riesce a distinguere le due dimensioni ha un problema serio. Forse anche più grave di quello che ha la vittima in questo momento. Questa ragazza non si è cercata proprio un bel niente, così come non se la cerca nessuna delle vittime. Cominciamo a dirlo in maniera molto chiara.

Ci sono stati numerosi giornalisti, cito Borrometi o Ruotolo, che hanno chiesto l’ordine di radiarlo e di prendere una posizione netta già da diversi anni. Quello che scrive Feltri non lo ritengo commentabile, è una persona che manifesta tutta una serie di beceri stereotipi e se ne fa vanto.

I criminologi ce lo diranno se questa ragazza era consapevole o meno di entrare dentro la stanza, lo sapremo dal tossicologico. E’ una vittima e basta, non se l’è cercata. C’è qualche altro ingrediente in questa storia che noi non sappiamo.

Per quanto riguarda la donna di Torino: questa donna viene umiliata e ricattata da una donna amica e addirittura viene minacciata di essere danneggiata e la scuola non prende posizione anzi viene allontanata dalla scuola. Qui siamo all’apoteosi. Oltre il danno la beffa. Questo è il concetto culturale che abbiamo in Italia di tutelare le vittime. Questa vicenda lo rappresenta in maniera essenziale.

Dal punto di vista giudiziario oggi sulla carta abbiamo una normativa tra le migliori di Europa se non nel mondo. Sono stati fatti passi avanti notevoli. Dal punto di vista culturale siamo ripiombati in una sorta di Medioevo.