È vero, la crisi economica esiste e da anni ormai ci perseguita. Ma proprio dietro questo punto potrebbe nascondersi la causa: perché in questo arco di tempo, che potremmo far risalire al 2008 (esplosione della bolla finanziaria) o al 1992 (firma del Trattato di Maastricht) oppure ancor prima, nessuno in Italia è mai riuscito a sovvertire il bilancio del Paese?

Qualcuno potrebbe rispondere che al Governo e ai posti di comando sono sempre andate persone vicine alle stesse che ci hanno traghettato fino al crollo odierno. Altri potrebbero trovare un nemico interno alle mura dello Stivale addossando le colpe su corruzione, mafia e grandi potentati.

E se la causa prima della crisi vigente fosse la scarsa formazione della classe dirigente, il calo culturale negli apparati amministrativi, l’abbassamento di qualità della nostra istruzione? Questa è la teoria portata avanti dal professor Enrico Michetti, intervenuto ai microfoni di Stefano Raucci. Ecco il suo intervento.

“La terza media di un tempo valeva la laurea di oggi”

“Molto spesso capita di vedere persone che hanno la quinta elementare e sembrano docenti universitari e docenti universitari che sembrano abbiano la quinta elementare.

Il Cavalier Benito Mussolini era un maestro elementare. Ma la cultura, l’eloquio e la pianificazione politica del Cavalier Benito Mussolini è a distanza siderale dai ministri odierni. Eppure tanti di loro sono anche laureati. La terza media di un tempo valeva la laurea di oggi”.

105 miliardi spesi, zero risultati

I danni che stiamo facendo adesso li pagheranno le prossime generazioni. Il Paese sta in grande sofferenza, andiamo verso un Pil che scende, abbiamo fatto scostamenti di bilancio per 105 miliardi. Il valore di circa sei finanziarie. E di questi 105 miliardi spesi non si vede nulla.

Spendendo 105 miliardi non sono riusciti a rilanciare l’occupazione. Abbiamo persone sempre meno preparate, a prescindere da destra, sinistra e movimenti vari. Abbiamo bisogno di gente che prenda in mano il Paese. Ci vogliono far perdere la nostra vera Italia”.

Chiamata alle armi

Guardate noi ci stiamo sostituendo alla classe politica dicendo quello che pensiamo e facendo proposte. Io faccio una chiamata alle armi, perché se il Paese non ha dei soggetti che possano condurlo fuori dal guado, ci dobbiamo pensare noi”.


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