Nonostante la fase più acuta dell’emergenza coronavirus sia ormai archiviata, le conseguenze da essa generata non sono visibili nella loro totalità. La raffica della pandemia ha già spazzato via la fascia di popolazione più fragile, la quale ha subito in modo brusco il periodo di azzeramento della produzione nazionale e di chiusura della propria attività lavorativa causa lockdown.

Come per ogni crisi che si rispetti, a farne le spese sono coloro che si trovavano in una condizione di precarietà, già prima dell’arrivo del virus. Senza calcolare gli effetti della crisi nel lungo periodo, stimati in alcuni rapporti ma con nessuna certezza sulla reale entità.

In merito alle ragioni che ci hanno condotto fino alla fase attuale e ai modi che ci hanno descritto per uscirne, Fabio Duranti e Francesco Vergovich hanno chiamato in causa il filosofo Diego Fusaro.

Ecco il parere di Diego Fusaro a “Un Giorno Speciale”

Capitalismo applicato al coronavirus

C’è stato un inganno narrativo non da ridere. Si è detto che con le misure del lockdown si tutelavano i più deboli, ma in realtà non si sono affatto tutelati i più deboli. Perché l’inganno è far passare gli anziani come i più deboli. In realtà i più deboli sono quelli che hanno subito la pandemia economica: i meno salariati, i riders, le partite Iva”.

Con il coronavirus sono riusciti ad applicare il capitalismo nella forma più subdola. Sono riusciti ad annullare ogni relazione tranne una, quella dello scambio di merci”.

Abolizione del contante

Se passa l’abolizione del contante e la virtualizzazione del denaro accadrà che così come possono chiudere il sito di Radio Radio perché non è allineata, potranno chiudere il conto di chi non è allineato con le loro posizioni. Con un click ti fanno sparire come un sasso nell’oceano”.


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