Normale affidarsi alle linee guida generaliste quando dilaga la paura di contrarre il famigerato coronavirus, ma una medicina generalista non sempre può essere attendibile, come nel caso dei presidi medici consigliati.
Parliamo di guanti e mascherine, due oggetti di uso comune che mai si sospetterebbe possano essere addirittura controproducenti per la salute.

Proteggono dal virus, questo è vero. Ma per quanto? E soprattutto vale la pena investire su questa protezione, visti i numerosi rischi ai quali sarebbe sottoposto chi li indossa se non puliti o cambiati costantemente?

Per il Dottor Ivo Pulcini la risposta è no.
A meno che non si disponga di questi presidi medici a portata di mano per essere cambiati di ora in ora, indossarli non solo non protegge, ma in qualche caso espone a rischi persino maggiori.
Il Medico sportivo e Direttore Sanitario della S.S. Lazio li ha spiegati tutti a Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

Ecco l’intervista a ‘Un giorno speciale’.

Mascherine e guanti insensati e pericolosi: tutti i rischi e la verità sulla loro utilità ► Dott. Ivo Pulcini

I guanti, anche i doppi guanti, devono essere indossati dal personale sanitario che entra in contatto con il paziente direttamente per tutelarlo e anche per tutelarsi. Ogni volta deve cambiare non solo i guanti ma anche il lenzuolino, cambiare il camice o sanificarlo. Ci sono delle regole precise proprio per l’asetticità, come in una camera operatoria.

Ora che un signore si metta i guanti e li tenga tutto il giorno, a parte che non serve a niente ed è rischioso perché proprio sulla plastica si depositano i virus e permangono più a lungo che sulla mano, ma rischia di togliere alla mano quella proprietà caratteristica che si chiama ‘mantello idrolipidico’ che la natura ha fatto ad arte per proteggere dall’aggressione dei virus e dei batteri. Lavarsi spesso le mani è una forma di igiene, ma non esagerare con i detergenti perché rischiamo di distruggere questo mantello e per riformarsi ha bisogno di qualche ora. Questi guanti possono creare delle dermatiti reattive nei soggetti più sensibili che sono più dannose della prevenzione che possono esercitare sul soggetto stesso. O si indossano e si cambiano continuamente o è meglio non indossarli e lavare spesso le mani senza esagerare con i detergenti.

Il virus una volta che è caduto perde la sua virulenza, anche se può rimanere il virione anche per tre o quattro ore a seconda della superficie che tocca e a seconda del microclima. Però non è così aggressivo da procurare un’infezione. Anche se c’è una quantità enorme di virus, con le mani non mi infetto a meno che non tocco gli occhi o le mucose. Il virus non si moltiplica nell’ambiente come il batterio. 

Tenere la mascherina in macchina, in un soggetto sano, non va bene. Perché la mascherina può creare problemi alla guida. Se la pressione parziale di anidride carbonica nel sangue venoso polmonare supera il limite normale rischiamo di respirare più rapidamente e più profondamente e andare debito di ossigeno con mancanza d’aria. Assolutamente io nella guida non la consiglio. Come non la consiglio negli atleti o nei soggetti che corrono all’aria aperta.

L’unica possibilità di infezione è respiratoria. Soltanto se io mi trovo alla distanza molto ravvicinata con una persona queste goccioline invisibili possono passare da soggetto a soggetto contenendo il virus. In quel caso è utile e necessaria anche la mascherina, mantenere la distanza e lavarsi le mani. A parte queste tre regole, tutto il resto non serve. Nell’ambiente chiuso è bene tenere le mascherine, ma non all’aperto. Il buon senso ci deve guidare tutti a fare le cose senza paura.

Bisognerebbe soprattutto fare prevenzione, quindi vitamina C, vitamina D, l’aspirina la sera, alimentazione, cioccolato, aglio che favorisce la respirazione e altri piccoli suggerimenti che approfondiremo in un altro momento”.


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