Per tornare alla normalità serviranno due anni: non è un decreto ufficiale, ma è pur sempre una dichiarazione del Presidente della FIGC. Due stagioni per tornare a vedere un calcio verosimile, ma economicamente lacerato dall’emergenza coronavirus che ha fermato tutto e che ha generato una reazione a catena finanziaria al ribasso senza precedenti.

Ci sarà probabilmente un effetto boomerang, come conferma Gabriele Gravina, dall’iniziale battuta d’arresto nelle entrate delle società a un calo nel costo del lavoro, dunque negli stipendi dei calciatori.
Già calati del 28% in questo periodo di inattività secondo il Centro Studi Internazionali, la cifra è destinata a lievitare e probabilmente ne hanno preso coscienza i calciatori stessi, che hanno aperto spiragli e possibilità di ridursi gli attuali stipendi per porgere la mano alle proprie società.
La prima è stata la Juventus, a cui va il plauso di Gravina, “ma ci sono spiragli perché non sia un caso isolato“, dice il Presidente della Federcalcio a Radio Radio Lo Sport.

Gravina sul futuro della Serie A: “C’è la proposta di un fondo salva-calcio. Per tornare alla normalità serviranno due anni”

Dopo un primo momento di smarrimento in cui eravamo tutti presi da interessi personali e in cui abbiamo perso di vista quale potesse essere l’obiettivo comune, credo che il calcio abbia ritrovato un’unita.
L’ha ritrovata tramite un elemento essenziale: tutti siamo fiduciosi, speranzosi nella ricerca farmacologica ma abbiamo un antidoto fondamentale che stiamo riscoprendo, cioè quello della solidarietà.

Stipendi? Bisogna trovare una linea comune, io ho rivolto un plauso alla Juventus, a uomini veri come Chiellini e Bonucci, veri trascinatori di un gruppo che ha agito in maniera intelligente, responsabile e con grande lungimiranza, perché sospendere 4 mensilità rimettendole nelle mani della propria società come atto di fiducia dimostra il vero punto di forza delle Juventus.
Si sta lavorando a un documento che possa mettere insieme tutte le componenti, dalla A alla Lega Pro, mi sembra che ci siano degli spiragli.

Confido in un fondo salva-calcio per aiutare le società, sono fermamente convinto che come in tutti i settori economici del nostro paese ci saranno delle criticità, poiché ci sono presidenti che sono anche imprenditori in difficoltà. Perciò abbiamo chiesto al governo alcune norme per tutelarli e di facilitare alcuni processi di sviluppo, un fondo salva-calcio con risorse che arriveranno dalla federazione e mi auguro dagli enti internazionali (Uefa e Fifa), inoltre anche da quella percentuale che aspettavamo da tempo sulle scommesse, visto che sono basate sui nostri eventi e ci dovrebbero riconoscere un diritto d’autore.

Sono convinto che ci sarà una rivisitazione importante di una delle voci fondamentali dei bilanci societari, mi riferisco al costo del lavoro. Oggi il Centro Studi Internazionali ha comunicato che il valore patrimoniale dei calciatori è al ribasso del 28%, vuol dire che le società sono state colpite non solo dalla parte della finanza, ma anche e soprattutto nella parte patrimoniale. Il bilancio richiederà una rivisitazione, una programmazione, così come sappiamo benissimo che quando ripartirà il volano dell’economia del nostro paese non ripartiremo certo da dove l’abbiamo lasciata.

Vale anche per le società di calcio, credo che ci vorranno una o due stagioni sportive per ritrovare l’equilibrio, per far fronte a un crollo dei ricavi probabilmente bisognerà incidere moltissimo sulla leva dei costi“.


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