Alexa, Google Home e anche lo smartwach: siamo costantemente tracciati e questo, ormai, non è una novità.

Forti però del fatto che tanto le nostre informazioni non interessino a nessuno lasciamo che software come quelli contenuti nei dispositivi citati accumulino dati su dati che ci riguardano.

Gusti musicali, i film che ci piacciono, i prodotti che cerchiamo per lo shopping online, ma anche conversazioni private e momenti di intimità che nulla hanno a che fare – secondo noi – con la parola chiave di attivazione degli ‘assistenti personali intelligenti‘.

La verità è che ogni informazione immagazzinata da questi dispositivi diventa funzionale per tutte quelle società che guadagnano con i nostri dati. Si tratta di una “schedatura commerciale di massa. E passare da una schedatura commerciale a quella di profilazione politica – osserva Paolo Attivissimoè estremamente semplice“. Si pensi al recente caso di Cambridge Analytica.

La questione, insomma, non è da sottovalutare.

Ci sono le prove di questo ‘tracciamento’ costante? Quali accorgimenti si possono adottare per fuggire a questo sistema?

Luigia Luciani e Stefano Molinari ne hanno parlato con il giornalista informatico ed esperto ‘cacciatore’ di bufale Paolo Attivissimo.

Ecco cosa ha detto.


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