Se il benessere di uno Stato si misura in termini di prodotto interno lordo, e cioè di PIL pro capite, vediamo come si sono comportate Italia e Unione Europea, Stati Uniti e Corea del Sud dal 1990 al 2024.
Partiamo dall’Italia. Per il nostro Paese si è registrato un progressivo impoverimento e un crescente divario rispetto all’Unione Europea e, soprattutto, agli Stati Uniti. Questo è un dato indiscutibile.
Nel 1990 il PIL pro capite italiano era vicino a quello statunitense e nettamente superiore a quello dell’Unione Europea e della Corea del Sud. Nel 2024, invece, gli Stati Uniti sono decollati, raggiungendo e superando i 75 mila dollari, la Corea del Sud ha quasi raggiunto l’Italia e l’Unione Europea ha superato l’Italia.
Italia, i numeri della “crescita” e il peso dell’Unione Europea
Insomma, l’Italia ci ha perso dall’entrata nell’Unione Europea, questo volevo dirvelo. La crescita complessiva del PIL, che include anche la componente demografica, tra il 1990 e il 2024 è stata pari al 350 per cento per gli Stati Uniti, a poco meno del 200 per cento per l’Unione Europea e a circa il 100 per cento per l’Italia.
Cioè, noi abbiamo fatto la metà dell’Unione Europea e meno di un terzo degli Stati Uniti. Questo inesorabile declino, particolarmente grave a partire dagli anni Novanta in Italia e accelerato dopo le crisi del 2008-2009 e del 2011-2012 per Unione Europea e Italia, da che cosa è stato causato?
Le scelte politiche e il paragone con la Corea del Sud
È stato causato da politiche economiche e istituzionali fallimentari dell’Unione Europea. L’Unione Europea è un mostro burocratico nel quale è stato creato un sistema di obblighi assurdi. Inoltre, si è assistito a politiche basate sulla deflazione salariale e sull’impossibilità di implementare misure efficaci. Come ad esempio il sostegno ai salari dei lavoratori e il credito pubblico alle imprese, a causa del divieto degli aiuti di Stato.
Nel frattempo, la Corea del Sud, pur essendo un’economia industriale avanzata e comparabile all’Italia per vocazione all’export, ha favorito la crescita senza le gabbie europee, mantenendo salari alti e intervenendo sul credito pubblico, cioè sulla finanza pubblica. E così è decollata.
A questo punto la domanda è: siamo sicuri che l’Italia, fuori dall’Unione Europea, sarebbe andata peggio? O forse sarebbe stata la Corea d’Europa? Ecco, questa è una domanda alla quale io ho una risposta certa: no, non ne siamo sicuri.
Penso che sia stato un errore gravissimo entrare nell’Unione Europea ed è un errore restarvi.











