300 miliardi d’oro italiano cambiano possessore? ▷ Borghi avverte: “Cara BCE, andremo fino in fondo”

L’oro degli italiani sta cambiando possessore?
Non proprio, non in modo ufficiale, ma nei fatti potrebbe essere proprio così. La terza riserva aurea al mondo, quella italiana, appartiene al popolo italiano ma va gestita. Un ente che se ne è sempre occupato è la Banca d’Italia, ma qui nasce il primo equivoco.

“Già il fatto che a un certo punto uno si debba porre questa domanda, cioè a chi appartiene l’oro, dovrebbe far capire che c’è qualcosa che non quadra. E questo qualcosa che non quadra lo denuncio dal lontano 2013, quindi stiamo parlando di 12 anni fa, e serve secondo me a far capire a tanta gente come le cose non sono semplici. Vorrei dire che ci sono delle battaglie che sembrano solo di principio e poi dopo tanti anni, magari quando arrivano al dunque, ci si rende conto dell’importanza che hanno dietro. È molto semplice”.
A parlare è il senatore Claudio Borghi, che in effetti ha tentato di provvedere alla sua prima legislatura in carica a fare chiarezza.

“Stiamo parlando di 2450 tonnellate d’oro, praticamente mi verrebbe da dire che siamo quasi al livello degli Inca, non so se uno ha presente. Stiamo parlando di un metallo per cui nei secoli, nei millenni sono state fatte guerre, motivazioni per cui gli imperi venivano aggrediti, attaccati e così via. Quindi immaginate quanta delicatezza ci vuole nel parlare di questa cosa. Prima di tutto due risposte: perché ce ne abbiamo così tanto? Perché noi siamo abituati a buttarci giù, a pensare che non siamo adeguati. In realtà l’Italia, ci sono stati momenti in cui era davvero grande. I nostri padri, i nostri nonni, nell’epoca del boom economico, avevano fatto la grande Italia, quella che era della dolce vita, quella che aveva segnato e fatto imporre il suo stile nel mondo. Ecco, in quel periodo in cui noi eravamo grandi, in cui vale a dire, giusto per ricordare, avevamo anche la nostra monetina – perché tutti a parlare male della liretta, ma era una delle cose che ci aveva resi grandi in quel periodo – il risultato però qual è? E’ che quest’oro da noi accumulato, a un certo punto qualcuno ha cominciato a dire che in realtà era suo, e questo qualcuno è la Banca d’Italia.

Che all’epoca era roba dello Stato, Banca d’Italia e Stato erano la stessa cosa: adesso non è più così.
“Questo perché ci sono stati due interventi, guarda caso, di due soggetti del PD che hanno messo in dubbio questa cosa. Il primo è stato entrare nell’euro, quando Banca d’Italia è entrata nell’eurosistema e a un certo punto quindi prende ordini da Francoforte. Ma fino a che punto prende ordini? Perché quando la Banca Centrale Europea è stata creata noi abbiamo dato 140 tonnellate d’oro per fondarla, in proporzione quindi alla grandezza dei diversi stati. la Spagna, per dire, un po’ più piccola ne ha date 100, la Germania un po’ più grande ne avrà date 200 e così via, noi ne abbiamo date 140”.

Ma proprio una delle obiezioni che è stata portata dalla Banca Centrale Europea e da Christine Lagarde è che quell’oro non può essere venduto, perché farebbe crollare le quotazioni dell’oro in tutto il mondo e la credibilità dell’Italia.

“Ma in Europa è sempre così, no? Le cose sono sbagliate finché le fai tu. Quando le fanno loro, invece, va benissimo. Ma noi non abbiamo ovviamente nessuna intenzione di vendere anche un grammo di questo oro. Anche solo per rispetto ai nostri padri e ai nostri nonni, tanto per dirne una. E oltretutto questo rispetto guadagnato dai nostri padri e dai nostri nonni ci sta servendo ancora adesso, perché il fatto che i prezzi dell’oro stiano salendo in modo vertiginoso, e dato che tutti nel mondo sanno che noi ne abbiamo tanto, e contribuisce a creare quell’immagine abbastanza inedita, mi verrebbe da dire, di saldezza, di primi della classe, di non essere mai sempre sull’orlo del baratro del fallimento, ma anzi di essere un esempio fra gli stati europei.
Il secondo intervento è stato fatto nel 2014, che è stato quello che mi ha fatto svegliare, quando un altro bel tomo del PD, Enrico Letta, aveva fatto una riforma di Banca d’Italia creando dei veri e propri azionisti. Io capite che sarei uno che ha insegnato per un bel po’ di anni i mercati finanziari e in generale l’economia aziendale: capisco che se ci sono degli azionisti c’è il diritto dell’azionista di accampare diritti sul patrimonio, no?

“Io in un modo o nell’altro ho sempre cercato di metterla in chiaro questa cosa, quindi quando sono arrivato in Parlamento nel 2018 La prima cosa che ho fatto, proprio la prima, è andare lì e dire ma quindi posso scrivere le leggi? Il PD si stracciò le vesti, i populisti vogliono mettere le mani sull’oro e poi il governo e quella maggioranza andò come tutti ci ricordiamo, il presidente dell’epoca era il famoso Giuseppe Conte e voi immaginate quanto possa aver aiutato a portare in porto questa messa in sicurezza, e il risultato che non se ne parlò più. Adesso se ne riparla perché in legge di bilancio c’è questo piccolo emendamento scritto dagli amici di Fratelli d’Italia, esattamente come era la mia proposta di legge, e dice esattamente la stessa cosa”.