In questi giorni, i manifestanti indomiti a sostegno della Palestina hanno dato l’assedio alla sede sabauda del rotocalco liberale atlantista La Stampa, rotocalco che viene malignamente appellato dai torinesi “la busiarda”. In particolare, i manifestanti hanno imbrattato le pareti della redazione, hanno versato letame nella sede del quotidiano e, dulcis in fundo, hanno prodotto diverse devastazioni di varia natura.
Un gesto condannabile
Ora, premesso che il sottoscritto appoggia pienamente le ragioni del popolo palestinese e condanna in toto e incondizionatamente l’agire genocidario e criminale di Netanyahu, ciò detto, il gesto dei manifestanti pro-Palestina appare in questo caso del tutto sbagliato, fuorviante e perfino dannoso per le cause della Palestina.
Sbagliato perché non serve letteralmente a nulla devastare le sedi dei giornali; si tratta anzi di un gesto irresponsabile e condannabile sotto ogni profilo, un gesto che oltretutto fa apparire i giornali come in pericolo, quando in realtà, come ben sappiamo, essi sono il centro nevralgico di propulsione ideologica del potere. Chi usa violenza anche contro il potere già rivela di aver metabolizzato i metodi e gli schemi propri del potere, è infatti quest’ultimo a utilizzare la violenza e la repressione. Chi davvero voglia contestare il potere deve inventare altre vie, altre prospettive e, naturalmente, altri metodi.
La violenza che genera violenza
Al di là dell’aspetto etico a cui ho testè fatto riferimento e che comunque non è affatto trascurabile, vi è anche una questione prettamente pragmatica di cui è duopo tenere conto. Il gesto dei manifestanti pro-Palestina, oltre a essere riprovevole sul piano etico, appare strettamente dannoso sul piano pratico e ciò per due ragioni fondamentali che desidero richiamare in maniera celerrima. Anzitutto, il gesto sconsiderato permette al potere di rispondere con ulteriore violenza, utilizzando la violenza dei manifestanti come alibi per poter dispiegare pienamente la propria consueta violenza repressiva.
In secondo luogo, il gesto riprovevole dei manifestanti a sostegno della Palestina permette al potere di delegittimare in toto le proteste sacrosante contro il criminale di guerra Netanyahu e a sostegno del popolo di Gaza sotto assedio e più vittima di un genocidio. Il potere infatti ha buon gioco nel presentare in blocco come violenta ogni manifestazione a sostegno della Palestina, subito abbinandola a quella dei devastatori sabaudi, sentendosi perciò stesso legittimato poi a utilizzare indiscriminatamente la violenza repressiva contro tutte le manifestazioni senza distinzione di sorta.
Bisogno di razionalità
Insomma, condividiamo pienamente le ragioni dei manifestanti di Torino, ma non possiamo condividere in alcun modo i metodi utilizzati e gli esiti prodotti; metodi ed esiti sbagliati, come ricordavo, e oltretutto controproducenti, direi di più, in ultima istanza, funzionali alla tenuta del potere stesso e alla sua riproduzione.
Ben vengano le proteste a sostegno della Palestina e contro Netanyahu, ma bisogna farle altrimenti, in maniera più razionale e più produttiva sotto ogni profilo.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro










