La ridefinizione del consenso sessuale ha aperto un dibattito sul confine tra protezione legale e rischio di conseguenze paradossali. Secondo quanto sostenuto da Luca Ricolfi, sociologo e saggista, ai microfoni di Lavori In Corso la nuova formulazione normativa rischia di rendere ogni interazione tra i sessi potenzialmente problematica, modificando profondamente le dinamiche di corteggiamento e relazione. Il nodo centrale, osserva Ricolfi, è il contrasto tra la tutela delle vittime e la sicurezza giuridica per chi viene accusato.
Rischio e conseguenze pratiche
Ricolfi sottolinea che, pur condividendo l’esigenza di tutelare chi subisce violenze, la legge attuale crea situazioni in cui l’attività sessuale maschile diventa rischiosa. “Nei college statunitensi i giovani sono terrorizzati”, osserva, prevedendo un possibile aumento del revenge porn come meccanismo difensivo. Le conseguenze psicologiche e sociali nei rapporti tra uomini e donne, secondo Ricolfi, potrebbero essere significative, trasformando gesti tradizionali di corteggiamento in possibili reati.
Il corteggiamento messo a rischio
Il sociologo evidenzia come le pratiche di corteggiamento millenarie rischino di essere compromesse: “Chiedere il permesso deromanticizza tutto”, cita Ricolfi, commentando articoli di giornaliste secondo cui la richiesta preventiva di consenso può inibire le relazioni. Questo nuovo approccio, aggiunge, interferisce con le competenze relazionali accumulate nei secoli e trasforma gesti apparentemente innocui in rischi legali concreti.
Differenze tra violenza e molestia
Secondo Ricolfi, è fondamentale distinguere tra stupro, violenza sessuale e molestie. “Un conto è combattere lo stupro, un conto la violenza sessuale”, osserva, sottolineando come la legge attuale abbia ampliato il concetto fino a includere gesti una volta considerati solo molestie. Ciò comporta che alcune denunce emergano solo in contesti di separazione o rottura di rapporti, introducendo complessità ulteriori nel valutare le conseguenze della normativa.
Intenti vs effetti concreti
Per Ricolfi, il giudizio su una legge non può basarsi solo sulle intenzioni: “Nel caso del 609 bis le intenzioni sono buonissime, però dobbiamo giudicare dalle conseguenze”. L’allargamento del concetto di violenza sessuale e la gestione giuridica dei rapporti di coppia rischiano di produrre effetti non desiderati, richiedendo una riflessione critica su come bilanciare tutela delle vittime e certezza del diritto.










