Il medico disallineato Riccardo Szumski ha ottenuto ben il 5,1% dei consensi e in tal guisa ha guadagnato l’ingresso nel Consiglio regionale. Si tratta a tutti gli effetti di un risultato straordinario, un risultato che rivela in maniera adamantina come l’unione di coloro i quali dissentono rispetto all’ordine dominante possa produrre effetti davvero sbalorditivi. Non conosciamo personalmente Riccardo Szumski ma da quel che sappiamo egli si è comportato eroicamente ai tempi dell’emergenza epidemica, e tanto basta a riconoscergli stima e gratitudine.
Non abbiamo dimenticato quella fase, del resto chi dimentica è complice, e non abbiamo nemmeno dimenticato chi si è collocato dalla parte giusta della storia, resistendo al Leviatano tecno-sanitario e all’ordine discorsivo dell’emergenza impiegata come arte di governo per limitare le libertà. Fu un vero e proprio laboratorio di produzione dei nuovi assetti del turbocapitalismo dominante.
Errare humanum est
Certo, se potessimo dialogare con Riccardo Szumski, gli diremmo, buonariamente, che sulla Russia ha sbagliato, allorché la ha paragonata alla Germania nazista. La Russia, che dal nazismo ha liberato l’Europa, sta eroicamente resistendo all’imperialismo statunitense e, di più, sta propiziando la genesi di un mondo multipolare sottratto alla anglobalizzazione imperialistica. Errare humanum est, del resto. Ma il grande risultato conseguito in Veneto non è senz’altro merito del solo Riccardo Szumski, essendo invece l’esito di una unione strategica e fruttifera di tutti i movimenti e le forze che, pur nella loro diversità e nella loro eterogeneità, sono giunte alla consapevolezza dell’esigenza di fare sistema contro l’ordine dominante. Come si suol dire, l’unione fa la forza.
Una lezione a chi dice di essere contro il sistema
Una bella lezione oltretutto per i capita insanabilia che seguitano a produrre scissioni e frammentazioni nel cosiddetto mondo di chi resiste allo status quo. Com’è il caso dell’ex comunista col vitalizio, ormai divenuto stampella politica della destra bluette, sul quale peraltro non vale neppure la pena sprecare parole d’energie. Praetor non curat de minimis.
Il Veneto figura dunque come uno straordinario laboratorio politico che deve indicare la via per il futuro. Occorre infatti unire tutte le forze che per una via o per un’altra siano giunte all’opposizione incondizionata all’ordine dominante. E occorre, naturalmente, isolare le mele marce che producono scissione e frammentazione e che, in ultima istanza, risultano funzionali al sistema che pure dicono, verbalmente, di voler combattere.
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