In un’intervista esclusiva, Luca Palamara affronta uno dei temi più discussi e controversi della riforma della giustizia: il sorteggio come strumento per scardinare le logiche di potere delle correnti all’interno della magistratura.
Un confronto critico sul futuro della giustizia italiana, in cui si interrogano il ruolo delle correnti, la separazione delle carriere e l’introduzione di un’Alta Corte che potrebbe ridisegnare gli equilibri del potere giudiziario.
Nel video l’intervento da Stefano Molinari.
“Il vero cuore, diciamo, di questa riforma è il sorteggio. Perché il sorteggio? perché di fatto il meccanismo del sorteggio viene a scardinare tutto quello che è stato e che oggi è rappresentato all’interno della magistratura delle correnti, sulle quali però dobbiamo fare una precisazione molto obiettiva. Perché nascono le correnti all’interno della magistratura? Un tema che spesso viene rispolverato nei talk show che in qualche modo devono orientare questa riforma. Nascono perché il primo gennaio del 1948 la Costituzione vuole una magistratura autonoma e indipendente e individua nel CSM il presidio di questa autonomia e indipendenza, solo che il CSM entra in vigore dieci anni dopo, perché evidentemente quel meccanismo ideato non era pronto a funzionare. Dalla metà degli anni Sessanta, la magistratura decide di darsi di fatto un’organizzazione politica, organizzandosi in correnti, cioè di esercitare l’autonomia e l’indipendenza con le correnti, che nascono con i più nobili ideali, ma nei fatti, nel tempo, si trasformano in strumenti di potere, esattamente come quello che nella politica rappresentano i partiti. Questo stravolge il ruolo delle correnti stesse e lo dice Ovviamente non chi ha rivestito quella carica e con quella carica riteneva che le correnti sarebbero sortate solo ed esclusivamente con un meccanismo, quello del sorteggio. Perché? Perché di fatto le correnti penalizzano quei magistrati che nelle correnti non fanno parte.
Cioè è più indipendente?
Allora il magistrato è indipendente perché pure su questo bisogna fare chiarezza. Io non faccio, non ho mai fatto, non potrei mai fare un discorso contro la magistratura. Il mio discorso nasce solo dal fatto che oggi i cittadini italiani devono porsi un problema. Va bene il magistrato politicizzato, va bene che esista all’interno della magistratura una parte che in qualche modo cumula i due ruoli, quello del magistrato e quello del politico. e soprattutto le correnti dopo 50-60 anni dall’entrata in funzione delle stesse, sono ancora uno strumento attuale oppure bisogna puntare anche alla luce di quello che è accaduto ovviamente. Lei giustamente ha fatto riferimento alle vicende del 2020 sulle quali però è venuta fuori un’ipocrisia che forse oggi andrebbe totalmente disvelata, raccontata, perché altrimenti non si riesce a capire e il cittadino non riesce a capire di cosa parliamo. Che vuol dire separazione delle carriere? Che vuol dire sorteggio? Se non glielo spieghiamo è ovvio che il sorteggio significa solo dare alla magistratura una classe dirigente nuova, cioè coloro i quali organizzeranno la carriera del magistrato, perché il CSM si occupa di nomine, cioè stabilisce chi deve diventare Presidente del Tribunale di Roma anziché di quello di Milano, o Procuratore della Repubblica, se un magistrato può andare in Cassazione, se un magistrato deve essere sanzionato. Questa attività chi la svolgerà? Chi è stato eletto dai magistrati oppure chi in qualche modo è venuto fuori e deve in quel modo rispondere alla corrente che lo ha messo, quindi in un certo qual modo è vincolato da questo meccanismo anche nella sezione disciplinare, oppure creiamo dei magistrati che vanno al CSM attraverso un meccanismo del sorteggio, cioè senza un vero e proprio meccanismo di elezione di vista concorrenziale. Che cosa in pratica comporta questa situazione? Che nei fatti poi chi andrà al Consiglio Superiore della Magistratura non dovrà rispondere a nessuno se non alla propria coscienza. E lo dice, ripeto, chi fortemente temeva questa riforma sul versante del sorteggio. Sul versante della separazione ovviamente vanno svolte altre considerazioni
Poi c’è l’introduzione dell’Alta Corte…
L’Alta Corte, è un altro tema centrale di questa riforma e che è fortemente osteggiato. Perché osteggiato? perché oggi la sezione disciplinare è interna al Consiglio Superiore della Magistratura ed è composta da quattro magistrati e componenti del CSM e da due laici, ovviamente componenti del CSM. Sulla sezione disciplinare finiscono per scaricarsi tutti quei problemi di cui abbiamo parlato, cioè chi ha votato uno di quei componenti e magari si trova sottoposto alla vicenda disciplinare ovviamente rientra in una situazione rispetto alla quale chi giudica non è totalmente libero e autonomo perché al di là dei rapporti che possono esserci di conoscenza o di non conoscenza, in quel meccanismo si inserisce. Oggi invece che cosa si prevede? Si prevede un’alta corte esterna al CSM, cioè non composta da quelli che fanno parte del CSM, di 15 persone, un terzo nominato dai magistrati, un terzo dal Presidente della Repubblica, un terzo dal Parlamento, ma soprattutto si prevede che le decisioni dell’Alta Corte non possano essere impugnate in Cassazione. E questo è un altro aspetto importante e rilevante, perché? Perché la Cassazione nei fatti, parliamo del sistema attuale, oggi se si viene sanzionati dal CSM è previsto il ricorso alle sezioni limite della Cassazione, che però di fatto facendo parte di quello stesso mondo, di quello stesso meccanismo, finiscono in qualche modo per seguire quello che è poi l’andazzo che c’è sempre. Peraltro con una contraddizione che sono sezioni unite civili e spesso le materie che vengono trattate non sono propriamente attinenti a quelle del diritto civile.
Secondo un nostro ascoltatore il sorteggio è una cura peggiore della malattia, “il Parlamento è pieno di ladri ma nessuno ha mai pensato di istituire il sorteggio per le elezioni politiche, mi sembra che non sia la stessa cosa, inoltre chiunque neghi che l’alta corte senza possibilità di ricorso per Cassazione sia una porcheria è in malafede”.
Allora è ovvio che se la mettiamo su questi termini scivoliamo su un altro terreno che io non penso che possa aiutare. Se uno dice una porcheria dovrebbe argomentare perché è una porcheria. Dal punto di vista tecnico, il tema di cui stiamo parlando ovviamente quello dell’alta corte nasce proprio da questa situazione. Io non so ovviamente l’ascoltatore che ha scritto questo messaggio, che professione fa, a cosa gli hanno riferito, però io ad esempio sono stato un componente della sezione disciplinare del CSM e come componente della sezione disciplinare del CSM posso dire che molti giudizi, non tutti ovviamente, ma risentono di questo problema immanente dell’esistenza delle correnti all’interno del CSM. Non è la stessa cosa processare un magistrato importante che appartiene alla corrente e che magari, così sono un po’ più preciso, ha una serie notevole di ritardi. Nel deposito delle sentenze finisce davanti al CSM rispetto a un altro che a quella corrente non appartiene. Io penso che quando si affrontano questi argomenti, e lo dico perché pure a me capita spesso di vedere dibattiti televisivi, non ci si può tutti improvvisare magistrati che hanno vissuto quell’esperienza, ognuno ha la propria esperienza. È ovvio che ci sono posizioni diverse, io rispetto ad esempio chi la pensa in maniera diversa sul sorteggio, però bisogna sapere argomentare senza ricorrere alle porcherie e ripeto sulle sezioni unite civili, dico che se le sezioni unite civili devono trattare questioni rispetto al comportamento di un magistrato ad esempio anche qui un esempio molto pratico decorrenza dei termini di custodia cautelare, si lascia in carcere un detenuto nonostante siano scaduti i termini. Questa è una materia che non è propriamente civilistica, quindi che venga trattata in qualche modo alle sezioni unite civili che finiscono per confermare la decisione del CSM non è propriamente un meccanismo che forse a distanza di 77 anni era esattamente quello che avevano immaginato i nostri patti costituenti”.










