Il New York Times in questi giorni riferisce di una lite furibonda tra Donald Trump, presidente della civiltà tallassocratica del dollaro, e il guitto di Kiev, l’attore Nato Zelensky, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood.

Sempre stando a quanto riportato dal New York Times, il presidente della civiltà dell’hamburger avrebbe rampognato a dovere l’attore Nato. Gli avrebbe in particolare detto apertis verbis che, se non cede il Donbass, la Russia porterà l’Ucraina alla distruzione. Insomma, ancora una volta il codino biondo che fa impazzire il mondo non nasconde la propria palese idiosincrasia per il guitto Zelensky, burattino telecomandato dall’Occidente, anzi dall’Uccidente liberal-atlantista.

Tutti ricordano, indubbiamente, la scena memorabile della umiliazione in mondo-visione di Zelensky nella sala ovale qualche mese addietro. Ebbene, in quel contesto il guitto di Kiev venne sbertucciato impietosamente da Donald Trump, di più venne ridicolizzato al cospetto del mondo intero. E adesso Donald Trump ostenta nuovamente la propria palese antipatia per il burattino Nato e lo esorta a fare quel che già a suo tempo gli aveva suggerito Bergoglio, ossia di issare bandiera bianca e di arrendersi.
Come abbiamo più volte sottolineato, e come anche ora vogliamo evidenziare senza ambagi, l’attore Nato non si sta battendo per difendere l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina e del suo popolo, come ripete il logo unico politicamente corretto ed eticamente corrotto. Viceversa, il burattino Nato sta sacrificando sia il popolo ucraino sia la libertà dell’Ucraina sull’altare dell’imperialismo occidentale, anzi uccidentale.

Liberalismo che adopera spietatamente l’Ucraina come semplice instrumentum belli contro la Russia di Putin, la quale, ça va sans dire, è considerata da Washington colpevole di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale a stelle e strisce. D’altro canto, il guitto di Kiev sa bene che, il giorno in cui finirà la guerra, egli dovrà essere giudicato dal suo popolo e lì dovrà rendere conto di tutte le sue innumerevoli malefatte.

Quanto a Donald Trump, egli, se non altro – e gliene diamo volentieri atto – ha compreso con sobrio realismo l’impossibilità di sconfiggere sul campo la Russia di Putin, che resta a tutti gli effetti una potenza in grado di opporre resistenza e di più di organizzare intorno a sé la resistenza di tutti i paesi disallineati.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro