
Il dibattito parlamentare in vista del prossimo Consiglio europeo si è trasformato, alla Camera, in un vivace scambio dai toni cinematografici tra la premier Giorgia Meloni e il senatore di Italia Viva Davide Faraone.
Al centro della discussione, le Big Tech, la tassazione internazionale e, inaspettatamente, Il Signore degli Anelli.
“Meloni come Gollum”
L’affondo è arrivato da Faraone, che ha accusato la Premier di incoerenza: “Tra i vari personaggi del Signore degli Anelli, che tanto la appassiona, Giorgia Meloni sembra riconoscersi sempre più in Gollum: vittima di uno sdoppiamento di personalità, dimentica costantemente ciò che fa rispetto a ciò che ha detto in passato”. Traduzione: il Premier dice una cosa e ne fa un’altra. La citazione colpisce, l’Aula rumoreggia, qualcuno sorride. Meloni no. Visibilmente infastidita ma pronta alla replica, ha colto l’occasione per ribattere con un mix di politica e ironia.
In prima battuta chiarisce la sua posizione sul nodo Big Tech: “Il collega Faraone ha totalmente decontestualizzato quello che avevo detto. Mi sono limitata a smentire l’accusa di aver dato garanzie al Presidente degli Stati Uniti sulla tassazione delle grandi aziende tecnologiche. Non l’ho fatto, e quando prendo un impegno lo faccio pubblicamente – non come chi poi lo smentisce davanti all’opinione pubblica”. Poi, ha toccato anche la questione Ucraina: “Borghi accusava il Governo di indietreggiare sul sostegno a Kiev per il rifiuto di inviare truppe. Ma se in Aula c’è accordo sul non farlo, allora non si può accusarci di arretrare. Delle due, l’una”.
La stoccata: “Gollum è chi non sa rinunciare al potere”
Dopo aver messo in chiaro i punti politici, Meloni ha sfoderato la replica più commentata della giornata: “Collega Faraone, lei col suo solito garbo mi ha paragonato a Gollum, ma temo che non abbia letto Il Signore degli Anelli. Gollum è la metafora di chi non riesce a fare a meno del potere. Stia tranquillo: io, per mantenerlo, non sarò mai disposta a fare quello che ho visto fare da molti dei miei predecessori”.
Una risposta che ha scatenato reazioni e applausi ironici in Aula, trasformando un confronto politico in una scena degna di un talk show, con tanto di riferimento letterario.
Quando la politica cita Tolkien, ma poi?
Non è la prima volta che il Premier fa riferimento a Il Signore degli Anelli, saga che ha spesso evocato come metafora di valori, coraggio e battaglie morali. Questa volta, però, il richiamo al mondo di Tolkien è arrivato per difendersi da un attacco – e ribaltarlo. La politica italiana, tra citazioni fantasy e schermaglie verbali, continua così a regalare momenti in bilico tra teatro e romanzo. E se in Aula ci sono ‘orchi’ e ‘Gollum’, almeno per un giorno, la letteratura ha rubato la scena alla diplomazia.
Alla fine, tutto questo duello letterario-politico è senza dubbio entusiasmante e offre uno spettacolo poco comune nelle aule parlamentari. Ma, al netto delle battute e delle metafore da fantasy, resta una speranza: che presto si torni a parlare di ciò che davvero conta – i temi concreti, quelli che riguardano il bene del Paese e la vita quotidiana dei cittadini. Perché la politica (al di là degli scontri e dei paragoni) dovrebbe sempre avere quel focus. E questo, più di ogni altra cosa, merita tutta la nostra attenzione.









