Sembrava tutto andato per il meglio. Marco Ingrosso, 44 anni, si era sottoposto a un intervento di sostituzione della valvola cardiaca in una struttura privata romana. “L’operazione era perfettamente riuscita – racconta la moglie – stava in piedi, sembrava in ripresa.” Come da prassi, dopo l’intervento era stato trasferito in un altro ospedale per il periodo di riabilitazione. Ma, col passare dei giorni, qualcosa non tornava: “Non si riprendeva, lo vedevamo peggiorare, ma i medici ci rassicuravano sempre.”
Le dimissioni e la febbre alta
Dopo circa un mese di degenza, Marco viene dimesso nonostante non stesse bene. “Aveva la febbre alta, non c’era modo di farla scendere” ricorda la moglie. “È stato mandato a casa in condizioni che non erano da dimissione.” Una settimana dopo, le sue condizioni peggiorano rapidamente: la famiglia lo riporta d’urgenza in ospedale. Gli accertamenti confermano la presenza di una grave infezione. “Era un po’ tardi – aggiunge – nonostante abbiano fatto tutto il possibile, non ce l’ha fatta.”
L’infezione nosocomiale e la battaglia legale
“Si tratta di una classica infezione nosocomiale, contratta durante la riabilitazione” spiega l’avvocato Francesco Barucco, dello Sportello Legale Sanità. “Marco ha sviluppato un’endocardite batterica che non è stata gestita correttamente. È stato dimesso imprudentemente, e poco dopo è morto per shock settico.” La famiglia ha intrapreso una lunga battaglia giudiziaria: “In primo grado e poi in appello è stata riconosciuta la responsabilità della struttura, con una sentenza di condanna definitiva. È stato accertato che il decesso è avvenuto per un’infezione di origine ospedaliera e per una gestione clinica inadeguata.”
“Una strage silenziosa”
Ogni anno in Italia muoiono tra le 60 e le 70 mila persone per infezioni contratte in ospedale. “È una strage silenziosa di cui quasi nessuno parla – denuncia Barucco – e che continua a mietere vittime.” Oggi la famiglia di Marco porta avanti il suo ricordo insieme ai tre figli, due dei quali minorenni: “Era un papà sempre presente, una famiglia felice nel nostro piccolo. La sua morte ci ha devastati, ma abbiamo trovato nello studio legale persone eccezionali, che ci hanno seguiti e sostenuti fino alla fine.”
Gli avvocati dello Sportello Legale Sanità sono specializzati nel campo della responsabilità medica e si occupano di assistere e rappresentare le persone che hanno subito danni a seguito di diagnosi errate, trattamenti sanitari inadeguati o interventi chirurgici sbagliati.
Posseggono una solida conoscenza del diritto sanitario e delle leggi che regolamentano il settore medico, oltre a una vasta esperienza nella gestione di casi di malasanità. In questo ambito, la possibilità di valutazione della fattibilità e della sussistenza di elementi sufficienti per un’azione legale, richiede infatti una accurata capacità di effettuare un’analisi approfondita delle prove, inclusi i documenti medici, le cartelle cliniche ed infermieristiche, le immagini ed i referti diagnostici oltre ai registri ospedalieri.










