Amplificare le differenze economiche tra gli individui e le liti sociali per nascondere le manovre più subdole. Questo è il piano di chi è al potere. Manca la solidarietà sociale che possa porre un argine a queste dinamiche, che non attengono semplicemente a discorsi sui grandi sistemi, ma che riguardano la nostra vita nel quotidiano. Sottolinea Fabio Duranti: “C‘è nello spirito e nell’animo ancora un profondo odio gli uni degli altri. Forse questi ultimi due anni hanno accentuato il problema. Le persone si accorgono soltanto quando un beneficio non arriva a loro ma arriva ad un altro“.

Atteggiamenti che caratterizzano molti concittadini e che si ritrovano in tante situazioni relative alla nostra quotidianità. Prosegue Duranti: “Nella mia casa in dieci anni ho speso tutto quello che avevo guadagnato nella mia vita per fare il cappotto termico, il fotovoltaico, le finestre termiche, tutte cose che adesso il mio vicino di casa ha fatto gratuitamente. Lui non ha problemi magari a pagare le tasse, il bollo della macchina, perché lui i suoi risparmi non li aveva intaccati. Io invece sì, ma io non lo potevo sapere dieci anni fa che lo Stato un bel giorno gli avrebbe rifatto la casa gratis. Basterebbe solo questa piccola riflessione per far capire che noi siamo ancora un popolo immaturo“.

Dall’altro lato, da quello di chi gestisce la “cosa pubblica“, spesso prepondera l’individualismo a svantaggio del bene comune. Spiega Michetti: “Ogni consigliere ha una quota, due o trecentomila euro da poter spendere e affidare a onlus e associazioni, che formano il loro bacino elettorale. Chi governa percepisce i soldi delle #tasse, distribuisce solo ad una parte, poi dice che la spesa è talmente alta da non poter abbassare il coefficiente di tassazione. Lasciate i soldi nelle tasche della gente, c’è bisogno di giustizia fiscale e di un sistema premiante. Se io mi sacrifico di più perché devo pagare una aliquota altissima? Così io pago le tasse per tutti quelli che stanno seduti sul divano“. Va incentivato chi lavora e produce ricchezza quindi secondo Enrico Michetti che aggiunge: “Non dobbiamo sempre penalizzare chi fa, è necessario aiutare chi ha bisogno ma non possiamo massacrare tutti coloro che fanno il proprio lavoro e sostengono buona parte del paese, compreso chi è seduto a poppa“. Occorre avere la fiducia che qualcosa possa cambiare e continuare a far sì che tutti abbiano la consapevolezza di ciò che accade nel nostro Paese.