Il grigiore della libertà condizionata, la tristezza della felicità col freno a mano. Fare i conti con questo per un periodo prolungato di tempo è una punizione più severa di qualsiasi lockdown per la nostra mente e per la nostra anima.
Lo chiama “ergastolo mentale” tra le pagine de “La Verità” il chirurgo e neuropsichiatra infantile Antonio Guidi, già ministro della famiglia, gli effetti possono essere devastanti, ma per questo non c’è ovviamente alcun bollettino né conferenza dai toni catastrofici.
Un esempio? “I tentativi di suicidio e autolesionismo sono aumentati del 30%“, lo ha detto il responsabile neuropsichiatra dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma Stefano Vicari, “Prima del Covid il 17% dei minori che arrivava in pronto soccorso per un disturbo psichiatrico voleva morire, ora siamo al 53%“.

E che dire della maggioranza silenziosa di chi non ha brutte intenzioni ma è sulla strada del disturbo lieve? Perché non si dovrebbe avere un occhio di riguardo anche per questo?
Gli effetti a lungo termine dei nostri disagi psicologici sono sconosciuti, così come la fine di questa emergenza che da troppo tempo si è fatta nuova normalità. “La salute è importante, ma non auguro a nessuno di ammalarsi nell’anima“, dice ai microfoni di Francesco Vergovich Antonio Guidi: un pensiero certamente frutto della sua esperienza accademica, ma che è il grande male delle nuove generazioni sempre taciuto finora.

Possibile restare in balia delle tante restrizioni e dell’infodemia sul Covid? Non è consigliato aspettare e non per forza ci si deve ammalare. Una scappatoia è ripartire dalla felicità che ci danno le piccole cose: un concetto morelliano quello che Guidi evidenzia in diretta; non un consiglio “alla Frate Indovino”, ma un suggerimento da prendere alla lettera.
Io, ad esempio, sono contento dell’aperitivo prima di vedervi“, sostiene l’ex ministro. Già perché al cervello, checché se ne pensi, piacciono cose concrete: dal caffè del mattino alla passeggiata all’aperto, passando per il bagno caldo a fine giornata. Qualcosa che insomma sia in grado di distoglierci, anche solo per un attimo, dai necrologi televisivi. Per trovare uno spiraglio di luce, basta poco.
Approfondiamo in diretta i suggerimenti pratici del Prof. Antonio Guidi.