Se oggi la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen pare riporre molta fiducia nell’operato dell’Italia, lo stesso non può dirsi degli inizi della pandemia. I più attenti, infatti, non avranno dimenticato la reazione avuta dall’Europa nei nostri confronti agli albori dell’emergenza.

Quando infatti ancora era solo il Bel Paese ad essere travolto dal virus, quella stessa Europa che sulla carta è nostra alleata, chiuse le frontiere e ci negò mascherine, igienizzanti e respiratori. Tra tutti, proprio Francia e Germania i due paesi che ci hanno meno prestato soccorso. Paesi “amici” che tanto amici non si sono rivelati.

E se fosse stata una guerra vera, fatta di bombe e carri armati? Come sarebbe andata? È su questo che si è interrogato in diretta il retroscenista politico e direttore di Palazzi e Potere su affaritaliani.it Marco Antonellis. Con Francesco Vergovich, ecco la sua analisi in diretta a ‘Un giorno speciale’.

“Adesso la Von der Leyen pende dalle labbra di Mario Draghi, ma prima, indipendentemente da chi c’era a Palazzo Chigi, la situazione è stata letalmente, nel vero senso della parola, sottovalutata. C’è stato un momento in cui ci hanno chiuso le frontiere, c’è stato un momento in cui lor signori, Francia e Germania, che poi sono i veri due motori d’Europa, impedivano la vendita dei dispositivi di prima necessità all’Italia quando mancavano, cioè mascherine, disinfettanti, respiratori e quant’altro.

È una cosa gravissima, perché se questi sono gli alleati… Ci negavano in quel momento praticamente il pane. Se fosse stata una guerra vera con i carri armati… povera Italia. Perché poi è da qui che si capisce la vera natura di uno Stato, se ti è vicino o se ti amico. Qua l’Europa se n’è bellamente fregata per due o tre mesi, poi appena ha iniziato a toccare a loro hanno cominciato a cambiare registro. Ma hanno tenuto nei confronti dell’Italia dei comportamenti gravissimi”.